Il Meeting è un’opportunità: le Marche insegnano

Di Rodolfo Casadei
26 Agosto 2018
Loretta Bravi, assessore regionale all’Istruzione, ha fatto dello stand un hub dove gli studenti hanno incontrato esponenti del mondo della formazione, del lavoro e dell’impresa marchigiani

Ci voleva una professoressa di filosofia trasfigurata in assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro per vedere qualcosa di nuovo al Meeting di Rimini. Per gli osservatori smaliziati la vera novità dell’edizione appena conclusa sono i niqab sauditi, che per la prima volta sono stati visti svolazzare fra i padiglioni e gli stand. Ma i veri fatti nuovi sono difficili da fotografare, ovvero non bastano foto e immagini a rendere ragione della storia.

E la storia è questa: da tempo immemore le Regioni italiane sono presenti al Meeting con uno stand. Esteso, estesissimo, come un tempo quello della Lombardia, oppure più modesto, come quello dei calabresi che vendono alimenti al peperoncino. Postazioni fisse pensate per mostrare al pubblico le eccellenze regionali, per attirare turismo o, sai mai, qualche investitore o imprenditore. Loretta Bravi, da tre anni assessore della Regione Marche dopo una vita trascorsa a insegnare storia e filosofia nei licei di Pesaro e dintorni, ha avuto l’idea veramente nuova: fare dello stand un hub dove gli studenti delle scuole medie superiori marchigiane potevano incontrare esponenti del mondo della formazione, del lavoro e dell’impresa marchigiani ed essere informati di tutte le opportunità presenti al Meeting su questi temi. A partire dalle proposte di quella che quest’anno si chiamava Mesh Area, un padiglione di seimila metri quadri dedicato al mondo del lavoro, presentato attraverso eventi giornalieri su argomenti come scuola e azienda, politiche attive del lavoro, soft skills vincenti, reinserimento lavorativo, intelligenza artificiale, diversa abilità, workshop, mobilità all’estero, digital mismatch, reskilling, start up, nuovi lavori in agricoltura, lavorare nelle carceri, ecc. Al netto degli insopportabili anglicismi, un’occasione vera per giovani alla ricerca della propria strada.

Che cosa ha fatto Loretta Bravi? A spese della Regione Marche ha portato gli studenti di licei e istituti tecnici a Rimini, dove ad aspettarli c’erano artigiani marchigiani anche loro spesati per poter essere allo stand e raccontare e mostrare le proprie abilità, per invogliare i giovani a scegliere l’artigianato di alta gamma come loro futuro: produttori di fisarmoniche, di calzature (Nero Giardini), abbigliamento (Loccioni), ecc. Cinquanta studenti al giorno, coi loro insegnanti e dirigenti scolastici (in pieno agosto!), partivano in corriera da una diversa provincia quotidianamente, e venivano accolti da un tutor, Daniele Celli, che era il loro Virgilio per una giornata che cominciava con incontri mattutini con rappresentanti di centri di formazione, università, imprese, uffici del lavoro, proseguiva nel pomeriggio con gli incontri con gli artigiani, si concludeva alle 17.30 dopo un momento di lettura o recitazione presso lo stand, curato da attori e registi.

L’iniziativa ha incontrato resistenze politico-sindacali: Cgil e Cinque Stelle hanno insinuato che la ciellina Bravi volesse rifornire il Meeting di manodopera volontaria camuffata, che si sarebbero sprecati soldi pubblici per scopi di parte. Ma l’assessore ha convinto presidente e Giunta, e la cosa si è fatta, con soddisfazione di molti, a cominciare dai ragazzi. Spirito e lettera delle normative sull’alternanza scuola-lavoro sono state rispettate e realizzate nel dettaglio. «Sono rimasto sorpreso, e in alcuni casi commosso, dalle reazioni dei ragazzi che continuamente desideravano intervenire, porre domande e comunicare quello che li aveva colpiti favorevolemente», dice Celli. Simbolo dello stand era una grande ragnatela. Così Loretta Bravi ne spiega il senso: «Oggi i ragazzi sono dentro a una rete, a una ragnatela piena di opportunità, ma per coglierle bisogna affrontare due problemi: chi è che li accompagna, e da che cosa si parte. Si parte dalla persona, che è la ipsilon di fili che il ragno costruisce all’inizio: l’aracnide emette il primo filo e lo rafforza, poi ne produce un altro in perpendicolare e un altro ancora a formare una “Y”. Da lì si parte per l’avventura della vita. Nella tela c’è tutto: i maestri, i professori, gli imprenditori, ma anche le fake news, i vicoli ciechi, ecc. Devi avere coscienza delle tue cognizioni per potere approfittare delle occasioni, e i maestri servono a questo».

Sulle pareti dello stand campeggiano brani di scrittori ed educatori, Ce n’è uno di Cesare Pavese che allude al lavoro artigiano: «I lavori cominciano all’alba. Ma noi cominciamo un po’ prima dell’alba a incontrare noi stessi nella gente che va per la strada». Siamo tutti gli artigiani di noi stessi, se incontriamo altri artigiani.

@RodolfoCasadei

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