«Il maniaco va in giro nudo, ma con il coltello in tasca». Benvenuti in “Strafalciopoli”

Di Emmanuele Michela
12 Luglio 2012
Dal deportato nel «gulash russo» ai «qui quo qua» della politica locale. È Il libro di Gianluigi Gasparri, una rassegna di errori clamorosi dai giornali e un divertente spaccato della stampa di provincia.

Dal vocabolario Zingarelli della lingua italiana: «Svarione: sostantivo maschile, grosso errore di lingua, traduzione o simili; esempio: il giornale è pieno di svarioni tipografici». Non è casuale, secondo Gianluigi Gasparri, la frase scelta come paradigma di questo fenomeno. E leggendo il suo libro, Strafalciopoli, dove la cronaca si fa comica (La Lepre Edizioni), se ne ha la prova concreta: 166 pagine di sviste, gaffe, erroracci, serviti in grande stile e sempre provenienti dal mondo del giornalismo.

Prendendo spunto da queste pagine, si potrebbe dire che il libro è «creato a Doc» per chi vuole fare questo lavoro. Chi, per esempio, non ha visto «finalmente una tragedia che è finita nel migliore dei modi»? Chi non ha mai rischiato di confondersi vedendo che «il maniaco va in giro nudo, ma con il coltello in tasca»? Chi non s’è mai indignato nel leggere del «grave episodio di razzismo: un dobermann azzanna un extracomunitario ai testicoli»?

Il testo non vuole essere una semplice carrellata di strafalcioni, ma un’agile e divertente reportage da un mondo editoriale a tanti quasi sconosciuto: il giornalismo di provincia. Per anni capo-redattore del Resto del Carlino, Gasparri è quasi auto-biografico nel dipingere questo mondo, tra stagisti carichi di utopiche speranze e frustrati redattori più navigati. In ventitré capitoli scandaglia ogni aspetto di questa professione: dalle immancabili sviolinate per i teatri gratuiti alla scarsa abitudine per i pezzi di cronaca nera, dagli orgogliosi pezzi sul turismo locale fino alle piccanti cronache delle vicende sessuali di provincia.

Il tutto supportato da molti ritagli di giornale. «Le donne scopano meglio degli uomini, lo fanno con grande pignoleria e lasciano tutto perfettamente pulito, lustro come se ci avessero passato la cera sopra», si legge nell’attacco del primo capitolo, dove si ricordano queste righe a descrizione di una prova pratica organizzata da un Municipio per scegliere chi assumere come netturbino. Terre dove si sfidano anche le leggi matematiche leggendo che «l’aumento salariale sarà del – 4%», o dove il caldo estivo porta a gaffe del tipo: «Sulla piazza infuocata per il torrido sole di ferragosto, i pit bull si sono avventati l’uno contro l’altro scatenando una tremenda canicola».

Strafalciopoli non lascia immune nemmeno il terreno sportivo, dipingendo le scelte di mercato del club calcistico locale con tinte quasi ecclesiastiche: «La società ha venduto Preti, non vuole comperare Frati, inoltre rinuncia all’acquisto di Angeli e di Chiesa. Questo comportamento suona come una bestemmia per i tifosi i quali vorrebbero vedere la squadra nel paradiso della serie B», seppur la cosa che più fa ridere sono i titoli ammiccanti a sfondo sessuale: «Ristorante erotico e menu allettante: sabato trippa, giovedì gnocca», o «Il postino suona due volte, c’era una casa squillo al quarto piano».

La politica locale arriva ad avere toni da cartoni animati: «I partiti parlano, litigano, non si capiscono e non vogliono capirsi, i documenti politici vengono travisati, insomma alla fine è tutto un qui quo qua»; mentre le mancate spiegazioni di un direttore ospedaliero avvicinano la provincia italiana alla big society londinese: «Se questa è la maniera di liquidare anche il più ciuccio dei giornalisti, il direttore rivela d’essere rimasto all’età della pietra! Quindi diciamo solo… scortese! Seppoi questo è l’atteggiamento rispetto a un giornale, allora è addirittura fermo al big ben!». Stupiti? Beh, sempre meglio di quello che raccontava tutto ispirato la sua commozione nel trovarsi di fronte ad un uomo «che ha vissuto in diretta l’esperienza delle fucilazioni di massa e della prigionia in un gulash russo».

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