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Il gioco è bello finché è intelligente

Di Piero Vietti
11 Luglio 2024
Mario Nobile, Mr “Italia digitale”, spiega da dietro le quinte come si fa a regolare l’Ai garantendo trasparenza e responsabilità senza soffocare lo sviluppo dell’innovazione più potente che ci sia
Intelligenza artificiale
Foto di Steve Johnson su Unsplash

Di intelligenza artificiale si parla quotidianamente da più di un anno, da quando OpenAi ha lanciato ChatGpt, il bot capace di interagire via chat con le persone, dando l’idea di essere senziente e creativo. Da allora, l’Ai ha invaso le nostre vite con un’accelerazione impressionante. Come tutte le innovazioni importanti, è stata accolta con entusiasmo e scetticismo. Esperti e governanti hanno ritenuto necessario regolamentarne lo sviluppo. Il 21 maggio, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato l’Ai Act, una legge che introduce un approccio armonizzato e basato sul rischio per regolamentare i sistemi di intelligenza artificiale. L’Ai Act prevede una classificazione dei sistemi di Ai in base al loro livello di rischio e stabilisce una serie di requisiti e obblighi per fornitori e utenti. A febbraio è stato creato un Ufficio europeo sull’Ai per supervisionare l’applicazione della legge. L’Italia ha una sua agenda digitale e il Piano triennale per l’informatica nella Pa, ag...

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