Il Garante della privacy sgrida i giornalisti sulla vicenda delle ragazze doccia

Di Elisabetta Longo
14 Novembre 2013
Astenersi dal pubblicare nomi o riferimenti delle baby prostitute per difendere la loro privacy e la loro giovane età. Un richiamo è arrivato anche dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino

Si continua a parlare dello scandalo delle baby prostitute a Milano e Roma. Se ne continua a parlare perché vengono pubblicate colonne e colonne di intercettazioni telefoniche tra le ragazze e i loro potenziali clienti. Delle ragazze vengono descritte abitudini, spostamenti, luoghi in cui studiano o vivono. Così tanti particolari che sembra impossibile non riconoscerle anche se i loro nomi non vengono mai (o quasi) formalmente detti.

ASTENERSI SUI DATI IDENTIFICATIVI. Sulla vicenda si è voluto pronunciare il Garante della privacy, per richiamare i media alla massima cautela, visto che le notizie riguardano delle minorenni. “Serve un più rigoroso rispetto della riservatezza dei minori sulla vicenda relativa ai questi casi di prostituzione”. E raccomanda inoltre: “Bisogna astenersi dal pubblicare dettagli eccessivi della vicenda o stralci di atti processuali che possano ledere la dignità o il corretto sviluppo della personalità delle ragazze”. Il Garante ha invitato anche gli organi di informazione a tenere fede alla Carta di Treviso, una delle carte deontologiche redatte dall’Ordine dei giornalisti, per tutelare i minori coinvolti in fatti di cronaca. Una premura consigliata anche dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, in una nota scritta ai colleghi.

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