Il futuro dei ragazzi va a canestro

Di Gianluca Salmaso
13 Giugno 2022
Storia di Orange 1, squadra cestistica nata a Bassano con lo scopo di aiutare i giovani a crescere professionalmente e umanamente
Orange 1, partita a basket

Una palazzina bassa, a tratti anonima, di quelle sorte negli anni Settanta per ospitare gli uffici di una delle tante piccole e medie aziende che hanno urbanizzato a loro immagine e somiglianza il Nordest del miracolo, quello che per un paio di decenni ha costruito il suo mito sul capannone e le doti visionarie dell’imprenditore visionario, del paròn che con caparbietà e intuito plasma la propria vita e il territorio che lo circonda.

Anche l’indirizzo è tutto un programma: via del lavoro 7, a due passi dall’autostrada.All’interno della palazzina uffici, una sala riunioni come tante se non fosse per quel grande numero uno nero, bianco e arancione stampato ad occupare buona parte della superficie del tavolo in mezzo alla stanza e per una sedia arancione. Una sola, a capo tavola, in mezzo ad una dozzina di sedie nere.

«Non è la preferita del presidente, anzi, lui si siede sempre in mezzo a noi, dove c’è posto» spiegano i collaboratori di Armando Donazzan, 51 anni, padre di cinque figli e a capo di un gruppo arrivato a contare oltre 1.000 dipendenti, 180 milioni di euro di fatturato e racchiudere in un’unica holding ben dieci aziende.

La pantera del nordest

E pensare che tutto è cominciato nel 1971 quando Leone Donazzan avviò a Bassano del Grappa l’omonima azienda elettromeccanica, specializzata nella riparazione e l’avvolgimento di motori elettrici.

Armando Donazzan
L’imprenditore Armando Donazzan, presidente di Orange 1 holding

Un settore competitivo in cui la piccola fabbrichetta vicentina si fa largo iniziando dai primi anni Ottanta un percorso di internazionalizzazione fino ad incontrare le prime battute d’arresto negli anni Novanta quando al cinquantenne Leone si affianca e poi subentra il figlio Armando neppure trentenne. Ci vuole una bella dose di lucida follia e intraprendenza per prendere in mano l’azienda di famiglia quando il patriarca è ancora saldamente al comando, accettando la sfida di rilanciarne la vocazione innovativa e internazionale.

Fin da subito il giovane Donazzan si fa notare per la sua intraprendenza: veloce nel prendere decisioni, inizia un percorso che lo porterà negli anni ad acquisire 17 imprese e a guadagnarsi sul campo il soprannome di “pantera del nordest”. Aziende apparentemente decotte, in difficoltà, in cui il management ha perso di vista le reali potenzialità dei propri prodotti e delle maestranze, sono quelle verso cui l’imprenditore vicentino concentra le sue attenzioni: le acquisisce assorbendole nella holding e le rilancia trovandone collocazione nel business aziendale e nuovi mercati di sbocco per i loro prodotti.

Un torneo con Real Madrid e Barcellona

Le difficoltà non sono mancate e non mancano tutt’oggi, con un mercato ormai avvinto nella morsa dell’inflazione e della scarsità di materie prime che colpisce soprattutto le aziende meccaniche. Finora Orange 1 non ha registrato significativi cali di produzione, fanno sapere dall’azienda, ma questo è dovuto soprattutto alla lungimiranza della gestione che ha orientato la produzione verso la customizzazione dei motori elettrici, lasciando da parte il mercato “di massa” e mettendo a frutto le specializzazioni delle singole aziende del gruppo per presidiare tutte le nicchie più promettenti.

Ecco perciò come la Sicme Orange1 sia stabilmente attiva nei grandi motori per l’idroelettrico e lo stabilimento di Montebello, divenuto il cuore gestionale di tutto il gruppo anche grazie alla sua posizione baricentrica, presidi il segmento dei piccoli e medi motori senza dimenticare poi la fonderia dell’alluminio, attiva con 3 stabilimenti in Italia, Slovacchia e Romania e la divisione tornerie di precisione, Orange1 Precision.

Dopo più di due decenni da imprenditore, Donazzan continua a correre, nell’azienda come nella vita. Il ruolo della pantera gli si addice e ne ha fatto un vero marchio di fabbrica.

«Abbiamo organizzato un torneo a Bassano, fra i più belli della stagione con Barcellona, Real Madrid e tutto il mondo cestistico internazionale», racconta Giacomo Rossi, general manager di Orange 1 Basket Bassano. «Armando era in tribuna e, finite le partite, scendeva a pulire il campo con la scopa e lo spazzolone. Non è il classico sponsor o proprietario, è uno di noi che ha l’innata capacità di individuare i problemi e risolverli».

La vita in Foresteria

Come in tante storie d’impresa, lo sport con i suoi valori, successi e sconfitte finisce per rappresentare tutti i valori dell’azienda e anche Orange 1 non fa difetto: sui campi da basket ma anche sui circuiti di rally e in pista, in cui è partner ufficiale Lamborghini, riesce a dimostrare quel volto umano, fatto di passione e determinazione che accompagna tanto l’impresa quanto l’imprenditore a ricercare costantemente nuove sfide, investire senza riserve sulle persone e sulle loro capacità magari ancora inespresse, poco valorizzate.A Bassano è così sorta la Foresteria: un centro capace di ospitare 30 ragazzi, offrendo loro una borsa di studio che gli garantisca formazione accademica di livello e la possibilità di giocare nel basket che conta assieme agli altri 100 giovani che frequentano quotidianamente i campetti Orange 1.

«C’è tutto un mondo che ruota attorno ai ragazzi dagli allenatori di basket ai cuochi passando per chi si occupa delle pulizie, i medici e gli psicologi. Dobbiamo fare tutto il possibile per far sentire tutti come a casa a Bassano del Grappa», chiosa il general manager. «Abbiamo in Foresteria ragazzi che provengono da 13 paesi, 4 continenti, 5 religioni e parlano 12 lingue diverse e questo ambiente multiculturale permette loro di crescere velocemente. Da quando arrivano li accompagniamo fino al diploma, superato il quale escono dal sistema Orange 1 ed iniziano ad andare nelle università, nei college e quelli particolarmente dotati nel basket professionale».

La pallacanestro è diventata un’opportunità, un volano per offrire un futuro migliore a tanti ragazzi premiandone i meriti sportivi senza trascurarne la formazione scolastica. «Armando Donazzan è il fratello maggiore di tutti: non è una persona comune, ha una dose di generosità fuori dal normale riuscendo ad essere comunque l’imprenditore che è», conclude Giacomo Rossi. «Ogni volta che facciamo un meeting mi stupisco di come riesca ad essere aggiornato di tutto ciò che è basket pur non sapendo niente di basket al punto che, quando parlo di problemi organizzativi e strutturali, mi colpisce come arrivi a suggerire la soluzione a cui io che lo faccio di mestiere avevo pensato per un mese».

Valore sociale

La cifra umana e imprenditoriale è la medesima e si rivela tanto nella gestione dell’azienda come dello sport: Donazzan intuisce il talento ma sono l’istinto, l’amicizia e la passione che lo sospingono ora verso il basket, ora verso le corse automobilistiche e il volontariato. «La possibilità di dare un futuro ai giovani, di guardarlo in maniera positiva con il sorriso, è stato l’obiettivo che ha mosso l’idea di Orange1 Basket, un progetto innovativo», spiega lo stesso Armando Donazzan. «Cerco di ricambiare Bassano, la città dove sono nato e che amo, con un progetto che ritengo possa dare tanta soddisfazione». L’azienda diventa così un valore sociale, investendo risorse anche dove i ritorni economici e di immagine sono talvolta scarsi o nulli, con l’innata capacità di tenera la barra dritta della gestione di un’impresa in cui si respira un’aria elettrica, colma di passione, merito non solo dei motori che vi si producono.

Una versione di questo articolo è pubblicata nel numero di giugno 2022 di Tempi. Il contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

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