
Il Fronte Nazionale vola sempre più in alto perché non irrita più nessuno
È il picco storico: il 31 per cento dei francesi, stando al sondaggio di Tns Sofres, che è il principale istituto demoscopico transalpino, aderisce alle idee del Fronte Nazionale (Fn), il partito di estrema destra fondato da Jean-Marie Le Pen nel 1972. Nemmeno nel 2002, quando il leader del partito era riuscito nell’exploit di approdare al secondo turno delle elezioni presidenziali contro Jacques Chirac sbaragliando i concorrenti di una sinistra divisa, i consensi al progetto politico del Fn erano stati così alti: secondo lo stesso istituto, a quella data avevano toccato il 28 per cento, per poi scendere negli anni successivi fino al 22 per cento di un anno fa. Quindi è arrivata l’impennata.
Cosa è successo negli ultimi dodici mesi da cambiare così nettamente il quadro? Intanto, Marine Le Pen ha preso il testimone dal padre: esattamente un anno fa è stata nominata presidente del partito e ha reso la sua immagine più levigata e meno datata. L’ultraottantenne Jean-Marie è un ex parà accusato di aver torturato prigionieri di guerra algerini, che per anni si è presentato in pubblico con una benda nera su di un occhio, spesso coinvolto in zuffe per motivi politici e incline agli eccessi verbali. Marine è un avvocato di 43 anni che non perde mai il controllo, anche quando espone posizioni politiche radicali. Tutto questo ha avuto un effetto che Tns Sofres così descrive: «Questa porosità più forte dell’opinione pubblica nei riguardi delle idee dell’Fn corrisponde più a una sorta di banalizzazione del partito piuttosto che a una forte ripresa di adesione nei confronti delle sue idee faro, che restano a livelli relativamente stabili». Difatti andando a vedere nel dettaglio si scopre che il consenso per i punti forti del discorso del Fronte Nazionale non è aumentato nel tempo, anzi è diminuito: nel 2002 il 40 per cento dei francesi approvava le prese di posizione di Le Pen padre sulla sicurezza e la giustizia, oggi solo il 35 per cento; il 27 per cento dieci anni fa condivideva il suo pensiero sugli immigrati, oggi solo il 25 per cento. Nel 2002 il 60 per cento dei francesi dichiarava che c’erano troppi immigrati nel paese, oggi solo il 51 per cento; il 70 per cento affermava che i valori tradizionali non erano sufficientemente difesi (un cavallo di battaglia dell’Fn), oggi solo 63 per cento.
Mentre l’adesione ai principali slogan dell’Fn è rimasta stabile quando pure non ha conosciuto flessioni, l’ostilità nei suoi confronti è colata a picco: nel 1999 il 70 per cento dei francesi si dichiarava totalmente avverso alle idee del Fronte Nazionale, oggi questa posizione è sostenuta solo dal 35 per cento. I francesi che considerano l’Fn un pericolo per la democrazia in Francia erano il 70 per cento nel 2002, il 56 per cento un anno fa e il 53 per cento oggi: una discesa continua. Questo dato è considerato sorprendente da Tns Sofres: «In generale, più i risultati elettorali dell’Fn sono alti, più i francesi hanno tendenza a considerare il partito un pericolo. Siamo in un periodo nel quale l’Fn è elettoralmente forte, e tuttavia non c’è alcuna recrudescenza nelle opinioni che lo considerano un pericolo per la democrazia».
È quasi certo che al primo turno delle elezioni presidenziali del prossimo mese di aprile Marine Le Pen farà meglio del miglior risultato di suo padre, quello del 2002. Allora Jean-Marie raccolse il 16,86 per cento dei voti al primo turno e si qualificò a sorpresa per il ballottaggio. Attualmente i vari istituti assegnano a Marine fra il 16 e il 20 per cento dei voti al primo turno, che però non le consentono di sperare di arrivare al ballottaggio: sia François Hollande, candidato socialista, che Nicolas Sarkozy, presidente neogollista uscente, sono indicati ben al di sopra del 20 per cento.
Di sondaggio in sondaggio si precisa il radicamento generazionale, geografico e sociale dell’Fn: in un anno le adesioni agli ideali del partito sono passate dall’11 al 28 per cento fra le persone sotto i 35 anni; i consensi più forti li ha presso la popolazione rurale (41 per cento) e – non è più una sorpresa da anni – presso gli operai: ben il 40 per cento si identifica con le posizioni del Fronte Nazionale. La maggiore ostilità il partito di Marine Le Pen la incontra fra i dirigenti (il 76 per cento di opinioni sfavorevoli) e nella popolazione urbana (67 per cento di opinioni sfavorevoli, 78 per cento se si considera solamente l’insieme Parigi-Lione-Marsiglia).
Nonostante da molti anni il partito raccolga consensi superiori al 10 per cento, l’Fn non dispone di alcun deputato al parlamento francese dal febbraio 1998, quando fu invalidata l’elezione del suo unico parlamentare eletto alle legislative dell’anno precedente: il sistema maggioritario uninominale a doppio turno reintrodotto nel 2002 dopo la parentesi proporzionalista voluta da François Mitterrand ha di fatto tagliato fuori dalle rappresentanze parlamentari l’Fn, i cui candidati non riescono a battere i migliori esponenti della destra classica o della sinistra nelle varie circoscrizioni. Alle regionali del 2010 il Fronte Nazionale ha conquistato 118 consiglieri in tutta la Francia.
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