
Il femminicidio? Un business fondato su una “emergenza” che tale non è. Parola di donna
La giornalista Annalisa Chirico, militante radicale e autrice di libri sulla (mala)giustizia, riprende in esame in un articolo apparso nel nuovo numero di Panorama il «cancan politico-mediatico» cominciato qualche mese fa sul femminicidio. «Intorno a questa “emergenza” – ricorda – è divampata una martellante campagna mediatica, alla quale si è uniformata quasi tutta l’informazione», campagna che si è poi concretizzata in una legge dello Stato (seguita al frettoloso intervento del governo Letta avvenuto «in piena estate con decretazione d’urgenza») e soprattutto in «un fiorente mercato fatto di giornali, libri, spettacoli teatrali». Non si contano più gli eventi organizzati sul tema: «Accorati appelli, flash mob di scarpe e foulard rossi per “rompere il silenzio” contro la violenza di genere».
I NUMERI UFFICIALI. Ovvio che apparentemente nessuno avesse nulla da obiettare all’operazione. «Del resto come si può essere a favore della violenza?», domanda retoricamente Chirico. Tuttavia, prosegue la cronista, basta osservare i numeri in maniera obiettiva «per rendersi conto che la presunta emergenza si è trasformata, appunto, in un’autentica ossessione». Ma «l’Italia non è un paese di maschi stupratori e assassini» e sono proprio i dati del ministero dell’Interno a dimostrarlo. Elenca Chirico: «Dai dati ufficiali apprendiamo che dal 2007 a oggi non c’è stata alcuna escalation né impennata, termini ampiamente abusati da politici e giornalisti. Nel 2007 i casi di “female assassination” sono stati 103, il picco si è raggiunto nel 2009 con 130 episodi; se ne sono registrati 115 nel 2010, 124 nel 2011, 111 nel 2012 e 115 nel 2013»
SETTE UOMINI, TRE DONNE. È chiaro perciò che «le dimensioni del fenomeno su una popolazione di oltre 60 milioni di abitanti non lasciano prefigurare alcuna apocalisse», osserva la giornalista di Panorama. Anzi, «gli omicidi sono calati e nel 2013 hanno fatto registrare il tasso più basso degli ultimi 150 anni. Lo scorso anno si sono consumati 470 omicidi volontari e la quota totale di donne ammazzate, di cui i femminicidi sono un sottoinsieme, rappresenta poco più del 30 per cento. I maschi continuano a essere ammazzati assai più delle femmine, il rapporto è di sette a tre». Se ne faranno una ragione le «teologhe dell’apocalisse»?
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14 commenti
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I dati sono falsificati, la violenza da parte di donne su uomini in Italia è censurata.Tutto questo per avere finanziamenti.Il media decide cosa far vedere e come e la gente ci crede perché non pensa più,ripete solamente in maniera demenziale.Donne violente che uccidono bambini, uomini, altre donne, tutto censurato.
Ottimo articolo.
“Quando l’aggressore è uomo ci si preoccupa della vittima femminile; quando è la donna ad essere violenta se ne cercano le cause.”
Magari noi gay fossimo tutti miliardari, quindi per noi è un giocattolo, ma per una coppia etero che non può avere figli invece è amore no? Almeno argomentate seriamente quello che dite per non fare la figura degli ignoranti.
Il Codice Penale sa solo PUNIRE chi pizzichi una natica in Via Condotti!
E le Agrressioni di “Corviale”?
Cosa mi dite? Che NON avrei dovuto recarmi nel Quartiere?
Volete trasformare la vittima in colpevole!!!?
Vedo che c’è ancora chi ragiona in questo mondo.
giovanni, ti meravigli perchè tempi ha lanciato tre articoli su temi che tu non condividi. come ha sottolineato un altro lettore commentando l’articolo su bagnasco, e come ha detto zecchi, qui si sta cercando di minare le basi dell’antropologia, di come possiamo dire il nostro essere umani. e la famiglia è il ganglio centrale del genere umano. pretendere che si PRODUCA un bambino per toglierlo alla MADRE e calarlo dall’alto tra due miliardari maschi ( caro elton john….) come fosse un balocco non mi sembra un comportamento degno di esseri umani ma una violenza conseguenza di un capriccio.
adesso odiate anche le donne? mi era venuto il sospetto quando leggevo commenti in cui chiaramente le donne erano messe al livello di incubatrici di figli e mezzi di riproduzione, ma leggerlo in maniera così chiara…
Sono donna, precaria, alto livello di istruzione (master post-universitario) parlo 2 lingue straniere, ma non sono laureata in lingue.
Quando ad agosto 2013 hanno approvato la legge sul femminicidio ho commentato con una delle mie amiche “non riescono a far nulla per l’economia e cercano di abbindolarci con queste cazz…” ” un grande passo per l’umanità!”
luca, 1 )informati un po’. apri gli occhi. guarda le due ”pestimonial ” bonino e dandini. per mesi, improvvisamente, si è iniziato ad usare un termine inventato appositamente per preparare il terreno ad un’operazione politica e di propaganda. 2) quando e dove tempi ha sostenuto e diffuso l’immagine e l’idea della donna come l’hai riportata tu? pensi questo solo perchè qui si critica l’aborto? chi ADESSO usa e sfrutta le donne ( in india ad es.? ) chi mistifica? chi imbroglia?
Ma questo giornale non era pro-vita a tutti i costi? che senso ha essere contro la legge che ti permette di uccidere 100 bambini diversamente abili quando sono neonati e fregarsene altamente dell’oimicidio di altrattante donne? mi sembra un po’ un controsenso…
1°Non ti senti ne maschio ne femmina? Facebook ti invita……………2° Scuola di stato lgtb. Zecchi…………………3° Il femminicidio? Un business fondato su una emergenza che tale non è……………………Prego la redazione di “tempi” di darsi una regolata, tre notizie cosi in un solo giorno, possono fare danni.
Se queste sono notizie – e sono notizie- vorrei capì perché.
Poi me ricordo de quello che diceva che bisognerà a lottà per dì che l’erba è verde, e capisco un po de più..
era già stato detto su queste pagine che tutta l’operazione dalla direttiva istambul al femminicidio serviva per rimpinguare le casse delle ong femministe. ora con tutti ‘sti soldi alzeranno ancora di più la posta e le pretese.