Scene da una comunità per giovani problematici che ha il coraggio di chiedere loro tantissimo. Perché immenso è ciò che possono dare
Una scena del video girato per il trentennale de L'imprevisto
L’ultimo libro di Silvio Cattarina, Voglio il miracolo! (Itaca), è una sorta di lunga lettera rivolta ai “suoi” ragazzi, a quelle centinaia di giovani (oltre milleduecento) con problemi di dipendenza che sono passati dalla comunità pesarese L’imprevisto. Testimonianze, incontri pubblici, viaggi all’estero e frammenti di vita quotidiana si intrecciano per documentare un’esperienza di vita drammatica e affascinante.
Il dramma della droga, è risaputo, continua a risucchiare la vita di migliaia di giovanissimi. La descrizione che ne fornisce Cattarina è plastica: «Sembra proprio che il campo profughi più grande e più drammatico del nostro paese e dell’intero Occidente sia la sua gioventù. I giovani del nostro tempo sono anch’essi profughi, ossia persone in fuga: da sé stessi, dalle proprie famiglie, dalle proprie comunità, scuole, città».
La situazione è drammatica, eppure in queste pagine traspare innanzitutto la gratitudine per una storia pluridecennale che prosegue baldanzosa ...