La preghiera del mattino

Il centrodestra tra voto “proletario” e problema “modernità”

I leader del centrodestra a Brescia
I leader del centrodestra sul palco del comizio elettorale del candidato sindaco a Brescia Fabio Rolfi, poi risultato sconfitto, 12 maggio 2023 (foto Ansa)

Su Formiche Ferdinando Adornato dice: «Giorgia Meloni è una brava politica, ed è per questo che è efficace nella comunicazione. Lei ha il grande merito, in un momento di basso impero, di aver ridato dignità alla politica. E questa sua abilità, questa sua capacità, è prima di tutto politica prima che comunicativa. Diciamo che la comunicazione efficace è una conseguenza naturale delle sue capacità».

Quegli imbecilli che sanno solo dire che il governo di Giorgia Meloni è un puro videogioco e che chi non la pensa come loro o è un fascista o è un ladrone, dovrebbero imparare da un Ferdinando Adornato – che ha i suoi bei dubbi sul governo Meloni – come si ragiona di politica: cioè con il cervello e non con le viscere.

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Su Fanpage Annalisa Cangemi scrive: «“Apprendo da una sua lunga intervista che la scrittrice Michela Murgia è affetta da un bruttissimo male. Non l’ho mai conosciuta e non ho mai condiviso le sue idee, ma voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei. E io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!”, ha scritto Meloni in un post sui social».

Per quanto si possa avere buoni argomenti per criticare la Meloni, non si può non notare come molte delle sue mosse (l’andare al congresso della Cgil, l’invitare le opposizioni a discutere delle riforme istituzionali, fino al rivolgere i suoi auguri pur a una sua asprissima critica come Michela Murgia) dimostrano la scelta meloniana di non considerare chi le si contrappone come un nemico, bensì, anche quando è un avversario politico, come un interlocutore.

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Su Open si scrive: «Alla seconda giornata della terza edizione degli Stati generali della natalità oggi – venerdì 12 maggio – partecipano anche papa Francesco e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier, nel suo intervento, ha sottolineato come in quest’epoca sia sempre più difficile parlare di natalità, maternità, famiglia. “Sembra un atto rivoluzionario”, ha detto Meloni dal palco dell’auditorium della Conciliazione, ricordando come il suo esecutivo abbia messo la famiglia “in cima all’agenda”. Perché quella demografica “è una sfida che portiamo avanti non con impostazione dirigista, ma con l’approccio sussidiario, di chi crede che il compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli, con l’ambiente normativo e soprattutto sul piano culturale, alla famiglia, all’iniziativa, allo sviluppo, al lavoro”, ha detto».

Giustamente Lorenzo Guerini attacca Dario Franceschini, che nell’appoggiare Elly Schlein, si è schiacciato su Francesco Boccia e sulla linea a favore di un Giuseppe Conte che pur certamente avendo una sponda negli ambienti cattolici filo Pechino, favorisce insieme un incontrollato nichilismo “etico”, tale da finire per provocare un inedito rapporto tra Francesco e Giorgia.

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Su Fanpage Francesca Del Boca scrive: «Alle ore 23, con solo tre sezioni non ancora scrutinate (62 su 65), è in netto vantaggio Giacomo Ghilardi del centrodestra che ha già ottenuto la vittoria ottenendo 13.903 per una percentuale del 60,26 per cento. Secondo Luca Ghezzi del centrosinistra al 34,5 per cento. E ancora: Roberto Mastromatteo ha ottenuto il 2,70 per cento, Giuseppina Gentile il 2,08 per cento e Sergio Agrello lo 0,46 per cento».

Nonostante i proclami di Maurizio Landini, i lavoratori, preoccupati innanzi tutto da una globalizzazione non governata, non paiono proprio propensi a “ribellarsi” all’esecutivo Meloni, come testimonia il voto di un comune “proletario” per antonomasia come Cinisello Balsamo. Questa tendenza, che al fondo stabilizza il governo in carica, non risolve però la questione del rapporto del centrodestra con per così dire la “modernità”, come indica il voto dei centri urbani più dinamici. Il problema di accordare una cultura conservatrice con la modernità è molto complicato, e come ho già scritto non si risolve con scelte amministrative e discorsi retorici.

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