
Il centrodestra torni a fare il centrodestra e lasci perdere i grillini

Si ripongano nel fondo dei cassetti le camicie d’orbace. Gli stivaloni lucidi coi quali marciare sulla litoranea di Alessandria d’Egitto, via nell’ombra di un ingombro ripostiglio. Non marce al passo romano (semmai a quello dell’oca) non adunate oceaniche, filmati Luce, battaglie del grano, oro alla Patria. Polveroso e chiassoso ciarpame! Oggi che abbiamo studiato la Costituzione, fatto i corsi di educazione alla legalità, ascoltato don Ciotti e Saviano, imparato la neo lingua della Boldrini e della Fedeli (della Fedeli!) reso omaggio alla memoria di protomartiri e neomartiri, abbiamo capito tutto. Abbiamo capito che i governi li decide il presidente della Repubblica. I ministri dell’economia li decide Bruxelles. La politica italiana la decidono Germania e Francia, dei cui interessi il presidente della Repubblica – il nostro – è tutore. Il popolo sovrano le maggioranze i risultati delle urne non contano. Non li si fa contare inventando sistemi elettorali che impediscono la vittoria di chicchessia, in modo che a decidere siano il presidente della Repubblica, Bruxelles, Stati esteri la cui fratellanza nei nostri confronti ha il suo emblema nelle vignette del der Spiegel. Grazie Padri, avete scritto la Costituzione più bella del mondo. Solo che ha un piccolo difetto: la si tira di qua e di là come un elastico. Solo che troppo facilmente diventa un maneggevole strumento, un velo pietoso, un bacio di Giuda. Te ne appropri e te la metti in tasca, poi la tiri fuori quando ti serve e improvvisamente ne diventi custode e aedo. Allora, forse, erano migliori gli stivaloni l’orbace e le adunate oceaniche. Almeno tutto era chiaro, senza ipocrisia. Così almeno lo capisci subito, quando la democrazia è una chiacchiera da bar.
Alfonso Indelicato via email
Va bene, ma non esageriamo. La situazione è complessa e un’eccessiva semplificazione non aiuta a esprimere un giudizio equilibrato. Comunque la si guardi, la questione della formazione di un governo contiene dei pro e dei contro.
Per quanto ci riguarda avanziamo alcune osservazioni:
1. Noi abbiamo votato centrodestra, non per un governo M5s-Lega. Abbiamo votato la coalizione di centrodestra e inviato i nostri lettori a sostenerla sulla basa di alcuni principi e criteri che, anche se non perfettamente contenuti in quella compagine, almeno non erano osteggiati (non stiamo qui a ripeterli, trovate tutto qui). Poi, si sa come è andata. Una maggioranza non c’è, e qui sta il problema. Trovarne una alternativa è stato il tentativo messo in atto in questi mesi, con alcuni episodi tragicomici, come quando Di Maio s’è presentato da Mattarella la prima volta con in tasca la lista dei ministri cinquestelle. E vabbè.
2. Il contratto stipulato tra Lega e M5s aveva molti punti che non ci piacevano, alcuni che potevamo genericamente approvare, altri che ci facevano letteralmente orrore (giustizia). Avevamo serie perplessità sulla figura di Giuseppe Conte, un Carneade che ci pareva inadeguato al ruolo e sui quei nomi dei cinquestelle che circolavano sui giornali. Ci parevano di miglior profilo quei ministri che venivano indicati dalla Lega (Fontana, Giorgetti, Bonomi), tutta gente con una certa esperienza alle spalle e con un curriculum non gonfiato con corsi alla New York University. Francamente, non ci faceva orrore neppure il nome di Paolo Savona. Comunque la si pensi, almeno era uno con tutti i titoli per fare il ministro, e poi l’idea che si debba battere un po’ i pugni sul tavolo con questa Europa e mettere il freno allo strapotere tedesco, mica ci spiaceva, anzi.
3. Governo tecnico o urne? Difficile scegliere. La prima ipotesi non ci piace e ci pare irrealistica (sostenuto da chi?), la seconda la preferiamo ma ne vediamo le difficoltà (tornare a votare per ritrovarsi nella stessa situazione? Cambiare la legge elettorale, ma come?).
4. Mattarella è stato molto rigido (eufemismo), Di Maio è stato un allocco, Salvini è stato il più furbo. Tendo a credere a quei quotidiani che oggi spiegano che il nome di Savona è stato fatto per far saltare il banco (se è vero, come pare, che Mattarella aveva proposto Giorgetti ma la Lega ha rifiutato).
5. Il centrodestra stia unito, lavori per fare una proposta al paese all’insegna di quelle che sono, culturalmente e storicamente, le sue battaglie: federalismo e sussidiarietà, antistatalismo, semplificazione burocratica, un fisco non oppressivo, tutela della famiglia costituzionalmente intesa, scuola pubblica e non solo statale, una giustizia all’insegna del garantismo. Basta perdere tempo con il reddito di cittadinanza e altre scemenze di questa risma.
Foto Ansa
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