Il cardinale Scola fa 80 anni. È qualcuno che c’è, su cui si può contare

Di Giancarlo Cesana
07 Novembre 2021
Non possiamo che augurare all'arcivescovo emerito di Milano e augurarci che la sua vita continui a essere testimonianza di salvezza e di speranza

Il cardinale Angelo Scola compie ottant’anni. Io ne ho 73. L’ho incontrato la prima volta che avevo vent’anni o poco più, quando avendo sentito casualmente un discorso registrato di don Luigi Giussani mi sono entusiasmato della proposta cristiana e ho cominciato a interessarmi del Movimento.

Mi portarono ad ascoltare una lezione di Scola, non ricordo più in quale contesto; ricordo però il titolo “Cristo nostra speranza”.

Capelli rossi e piglio deciso

Mi colpì molto la sua personalità insolita: il suoi capelli rossi e folti, il piglio deciso, il contenuto intelligente che mettendo alla prova la ragione gettava una luce nuova sulla realtà. Rividi Scola quando al quinto anno di medicina cominciai a frequentare la neonata Comunione e Liberazione in Università (Clu); lui, insieme a Pier Alberto Bertazzi, recentemente scomparso, ne era il leader; partecipava alla guida delle equipe di responsabili e predicava gli esercizi spirituali.

Mi affidò responsabilità, mi coinvolse nella conduzione, nella progettazione della nostra espressività e delle prime imponenti battaglie culturali: il convegno del Clu nel 1973, il referendum per l’abrogazione del divorzio, il “Comitatone” – l’iniziale tentativo delle forze non extra-parlamentari di rientrare nell’Università Statale a Milano – i volantini, i quartini, le assemblee pubbliche, tutta l’impegno per la democrazia, la libertà e soprattutto la testimonianza di fede che ha fatto conoscere, stimare e avversare Comunione e Liberazione.

Una presenza continua

Poi abbiamo continuato a vederci e a sentirci, magari non spesso ma con regolarità nei momenti di responsabilità del Movimento e in quelli importanti della vita e delle scelte. Scola era un punto di riferimento mio e di mia moglie, che, tra l’altro, compiva gli anni un giorno prima, oggi 6 novembre.

Ci ha sposati, ha seguito la nostra famiglia, ha celebrato il funerale di mia moglie nel 2000 e l’ha ricordata nelle annuali messe di suffragio. Il cardinale Scola, nonostante gli impegni, il ruolo e le responsabilità crescenti nella Chiesa è stato per me una presenza continua e familiare lungo cinquant’anni misteriosamente intrecciati. È per me, e certamente non solo me, dato l’affetto che lo circonda, qualcuno che c’è, su cui si può contare.

Un’attesa di bene

Non possiamo che augurargli e augurarci che la sua vita continui serenamente a essere testimonianza di salvezza e di speranza. L’umanità più vera e nuova sperimentata nella sequela di Cristo ci confermano in un’attesa di bene, più forte delle difficoltà e dei dolori.

Scrivo questo augurio dalla “Cobacha” in Spagna, dove con Giussani, Scola e altri responsabili ci trovavamo a confrontarci sugli sviluppi del Movimento. Si unisce agli auguri chi mi ospita con altri amici, Josè Miguel Oriol uno dei due iniziatori di Cl in Spagna.

Foto Ansa

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