Il cardinale Pizzaballa nel comitato promotore di Oasis

Di Redazione
27 Gennaio 2025
La ridefinizione del Comitato di Oasis è volta a confermare la missione della Fondazione di essere “ponte” tra Occidente e mondo islamico, passando anche per l'esperienza delle comunità cristiane che vivono nei Paesi a maggioranza musulmana
Il neo cardinale Pierbattista Pizzaballa, 30 settembre 2023 (Ansa)
Il neo cardinale Pierbattista Pizzaballa, 30 settembre 2023 (Ansa)

S.B. Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, è divenuto membro del Comitato Promotore di Oasis, Fondazione internazionale nata nel 2004 per iniziativa del Cardinal Angelo Scola, con l’obiettivo di favorire la conoscenza tra cristiani e musulmani e creare spazi di dialogo sulla base della reciproca rilevanza culturale.

Nello stesso tempo, altre quattro personalità “cardine” della Chiesa cattolica in Medio Oriente e Nord Africa hanno accettato di condividere l’impegno di Oasis a promuovere l’incontro con il mondo musulmano a e allo stesso tempo intensificare i rapporti tra Chiese d’Occidente e Chiese dell’Africa e dell’Asia: S.Em. Card. Cristóbal López Romero, Salesiano di don Bosco, Arcivescovo di Rabat, S.E. Mons. Paolo Martinelli, Vicario apostolico dell’Arabia meridionale, S.E. Mons. Aldo Berardi, Vicario apostolico dell’Arabia settentrionale e S.E. Mons. Jules Boutros, Vescovo della Curia Patriarcale d’Antiochia dei Siri.

La ridefinizione dell’Organismo interno a sostegno della Fondazione testimonia il dinamismo e la vivacità delle relazioni che ne connotano lo spirito ecumenico, conservando l’originalità derivante dal suo essere soggetto comunitario in relazione con tutto il mondo.

Il nuovo profilo che viene ad assumere il Comitato promotore testimonia, altresì, la rilevanza culturale del coinvolgimento di Oasis con i popoli del Medio Oriente, cifra peculiare del Centro internazionale anche in contesti geopolitici drammatici come quelli odierni.

Il nome Oasis, infatti, richiama lo storico discorso di San Giovanni Paolo II alla Moschea di Damasco nel 2001, quando definì “Oasi”, appunto, i luoghi di preghiera di cristiani e musulmani.

Il Card. Angelo Scola, in sintonia con la presenza della Chiesa cattolica nel Mediterraneo allargato, fin dagli inizi ha voluto mettere a fuoco le implicazioni culturali, sociali e politiche dell’incontro tra mondo islamico e Occidente, proseguendo quel percorso che nella rivista teologica Communio aveva trovato un apporto fondamentale.

Il nesso tra verità e libertà, l’universalità dell’esperienza religiosa, l’attenzione ai dati della realtà come metodo, la dimensione pubblica della religione, il rifiuto del “proselitismo aggressivo” e il primato della testimonianza, la valorizzazione della cultura musulmana: sono solo alcuni dei temi costantemente approfonditi dalla rete che supporta Fondazione Oasis nello svolgimento delle proprie attività.

Naturalmente il focus teoretico sulle questioni di fondo del rapporto con i musulmani si inserisce in un orizzonte più ampio che ha come obiettivo quello di contribuire a rendere il Medio Oriente una regione nuovamente vivibile per tutti, ponendo le basi per la realizzazione di uno spazio civile e civico di confronto  e dialogo.

In un’intervista dello scrittore Luca Doninelli al Card. Angelo Scola del 20/05/21 sulla rivista Oasis, il fondatore sottolinea: “Noi non parliamo in modo astratto di Islam e Cristianesimo, come due sistemi di dogma e di pensiero (anche se per noi il dogma e il pensiero sono fondamentali!), ma di cristiani e musulmani, quindi persone concrete”.

In questa chiave prospettica diventa comprensibile l’ampliamento del Comitato promotore di Oasis a personalità della Chiesa cattolica che incarnano queste parole del Fondatore.

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