Il Benfica sfida di nuovo la “maledizione Guttmann” (intanto, per riconciliarsi con lui, gli ha dedicato una statua)

Di Emmanuele Michela
14 Maggio 2014
Stasera in finale di Europa League i lusitani giocano contro il Siviglia. E una leggendaria "profezia" porta-iella vecchia di cinquant'anni

Ce la farà il Benfica a sfatare finalmente la maledizione Guttmann? È questa domanda a dominare il pre-match della finale di Europa League: stasera i lusitani saranno contro il Siviglia, un anno dopo la pazzesca partita contro il Chelsea che demolì i sogni delle “Aquile” di Lisbona e sbatté loro un’altra volta in faccia la pesante eredità lasciata dal leggendario tecnico ungherese. Ormai i tifosi del Benfica, e non solo, conoscono a memoria le parole che l’allenatore magiaro avrebbe pronunciato nel ’62, quando in seguito alla vittoria in Coppa dei Campioni contro il Real Madrid la dirigenza del Benfica gli negò un sostanzioso premio economico e lui salutò tutti sbattendo la porta: il mister “tradito” previde un Benfica perdente in Europa per un secolo dopo di lui (quindi fino al 2062). E i passati 52 anni di iella hanno trasformato la sua (leggendaria?) profezia in una maledizione.

GLI HANNO DEDICATO UNA STATUA. La finale dello scorso anno persa dai lusitani contro il Chelsea è stata la settima volta in cui, secondo gli scaramantici, l’anatema di Guttmann ha condannato i biancorossi: 5 volte era già successo in Coppa dei Campioni, 2 in Coppa Uefa. Nel frattempo, nel corso di quest’anno, il Benfica ha cercato una riconciliazione postuma con l’allenatore: gli hanno dedicato una statua all’interno dello stadio Da Luz. Ufficialmente volevano celebrare il 110 anniversario della sua nascita, ma più di uno dei dirigenti, quando è stato svelato il bronzo, ha sottolineato che l’intento era quello di riportare finalmente Guttmann allo stadio, «almeno non bisognerà aspettare altri 50 anni per veder vincere il Benfica». Il monumento ritrae l’allenatore con le due Coppe dei Campioni in bella vista, quasi a dire: quelle sono tue, grazie e scusaci per come è andata, ora però basta con questo scherzo.

bela-guttmann-benfica-statue0aEUSEBIO SULLA SUA TOMBA. Sempre quest’anno il Benfica ha perso anche uno dei suoi eroi più celebri, la “Pantera Nera” Eusebio, un’Aquila che fu lanciata in volo proprio da Guttmann. L’attaccante nato in Mozambico è morto lo scorso 5 gennaio. Forse ora finalmente in cielo sarà riuscito a scambiare due parole con il suo vecchio allenatore riguardo a quella pazzesca maledizione che gli tirò contro, e che gli costò ben 3 Coppe dei Campioni. Il mister non lo ascoltò, infatti, nel ’90, quando il Benfica di cui intanto Eusebio era diventato dirigente arrivò in finale contro il Milan, e dato che la finale si giocava a Vienna la Pantera Nera si recò sulla tomba dell’ungherese in preghiera, chiedendo di mettere fine a quel tabù: la gara finì 1-0 per i rossoneri, vittoriosi grazie a Rijkaard.

QUELL’«ALONE MISTICO». Ce la farà finalmente stasera la squadra portoghese a chiudere con quel passato così misterioso? I tifosi ormai non sanno più cosa aspettarsi: un po’ sono scaramantici, un po’ non vogliono metterci la testa perché più ci pensano e più hanno paura. Intanto, Guttmann accenna un sorriso nella statua fuori dallo stadio. Sotto di lui, una sua citazione che è un’altra clamorosa profezia: «Solo chi di noi vive dentro al Benfica sa cosa sia il mistero. Non c’è altro club al mondo che abbia un simile alone mistico».

@LeleMichela

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