
Il 2022 si apre male per i mutui. Bene invece finanziamenti e prestiti personali

Dopo il trend irregolare che ha contraddistinto il 2021 per le diverse forme tecniche di supporto finanziario alle famiglie, il 2022 si è aperto con una decisa flessione del numero di richieste di mutui immobiliari, che hanno registrato addirittura un -29 per cento, dovuto soprattutto al crollo delle surroghe. Quest’ultimo per fortuna compensato dalla vitalità dei prestiti, che nell’insieme di finanziamenti personali e finalizzati sono cresciuti del 21 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021.
Sulla scorta di quanto era stato constatato anche lo scorso anno, nel mese di gennaio il comparto vede una crescita del 25 per cento delle richieste di finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi a fronte del +12 per cento fatto registrare dai prestiti personali. Le richieste di credito finalizzato sono favorite anche dalla proattività dei più giovani che utilizzano nuove tipologie di acquisto rateizzato anche per beni di importo modesto.
La crescita dei “compra ora, paghi poi”
In questo caso la facoltà di fare acquisti e pagare successivamente esprime un’alternativa in rapida crescita, seppur poco presente sul mercato nostrano (i cosiddetti “Buy Now Pay Later”, letteralmente “compra ora, paghi poi”). Al momento si prevede che gli acquisti con pagamento rateizzato rappresentano solo il 3 per cento dell’e-commerce, ma per il futuro si prevede una crescita importante grazie al boom degli acquisti digitali.
Sul processo in corso influisce senz’altro l’assidua crescita delle domande da parte dei consumatori di età inferiore ai 36 anni e che oramai rappresentano il 25 per cento del totale. L’importo medio dei finanziamenti richiesti nel mese di gennaio è di circa 8.200 euro, in calo del 15 per cento circa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Gennaio pesante per i mutui
Pesante per i mutui il mese di gennaio (-29 per cento); in compenso cresce del 5 per cento circa l’importo medio richiesto, che si attesta intorno ai 143.000 euro, facendo registrare il record degli ultimi anni. L’andamento della domanda subisce gli effetti della riduzione del bacino di contratti per i quali risulta ancora vantaggiosa la rinegoziazione, e questo favorisce anche a un innalzamento dell’importo medio richiesto. Contemporaneamente anche a gennaio si rafforza la predisposizione degli italiani verso piani di rimborso a lungo termine, con più del 75 per cento delle richieste che considera una durata superiore ai 15 anni. L’incidenza dei giovani cresce ancora e arriva al 28 per cento del totale contro il 25 per cento del 2021
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