
I vescovi spagnoli sono arrabbiatissimi col Partito popolare per aver ritirato la legge sull’aborto
La sua lettera ha suscitato lo sdegno della stampa laica spagnola e della sinistra, provocato il silenzio imbarazzato del Partito popolare, riscosso il plauso dell’elettorato cattolico e pro life. Seguito anche da parte dell’episcopato, il vescovo di Alcalá, Juan Antonio Reig Plà, presidente della sottocommissione episcopale Famiglia e vita della Conferenza episcopale spagnola, ha deciso di esporsi senza mezzi termini contro la decisione del primo ministro, Mariano Rajoy, di ritirare la proposta di riforma della legge sull’aborto, promessa al suo elettorato, che ha portato alle dimissioni del ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón.
SILENZIOSO OLOCAUSTO. «Il Presidente del Governo della Spagna e del Partito Popolare – ha scritto il vescovo – ha confermato il ritiro della riforma della legge sull’aborto, la cui pretesa era di “limitare” quantitativamente “il silenzioso olocausto” in atto». Oltre al tradimento, Reig Plà, «con tutto il rispetto verso la sua persona», ha parlato di «follia» del presidente che «ha affermato che è sensato mantenere il “diritto all’aborto”, cioè, il diritto ad uccidere un innocente non nato» e che «ha mancato di dire la verità, perché sebbene il suo partito abbia la maggioranza assoluta in Parlamento, questo non gli ha impedito di affermare che non c’era consenso, motivazione che non ha usato per altre leggi o riforme infinitamente meno importanti».
José Gea Escolano, vescovo emerito di Mondonedo-Ferrol, ha usato parole durissime domandando se «un presidente del governo come quello attuale, che con una maggioranza assoluta tiene in vigore una legge che autorizza la soppressione di migliaia di innocenti», assomigli di più «a Erode, a Esaù», oppure a «Giuda, che ha venduto Gesù per 30 denari».
CURARE E PREVENIRE. Reig Plà ha voluto ribadire che «è vero che la donna è anche vittima, abbandonata in tantissime occasioni (…) ma, anche se alcune circostanze possono diminuire l’imputabilità di un così grave atto (…). Bisogna denunciare questo e, al contempo, bisogna accompagnare con misericordia e “adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie” (Papa Francesco, Evangelii gaudium, 214)». Sullo stesso punto è intervenuto da Pamplona l’arcivescovo Francisco Pérez, sottolineando che l’aborto resta la «ferita più funesta che ci sia oggi nella società» e che chi «si pone a favore di esso non è né umano né cristiano».
CHI VOTARE ORA? La preoccupazione, ha continuato Reig Plà, è per una politica completamente contraria al bene, con «tutti i partiti politici maggioritari» che sono «costituiti su vere “strutture di peccato” (Giovanni Paolo II, enciclica Sollicitudo rei socialis, 36-40 ed Evangelium vitae, 24)». Dello stesso avviso José Ignacio Munilla, vescovo di San Sebastian, che ha scritto: «I credenti hanno ora un grande problema, nell’arco del parlamento», perché «non esiste attualmente alcun partito in grado di rappresentare l’elettorato cattolico», dato che persino il Partito popolare ha fatto «dell’aberrazione dell’aborto un diritto».
«OCCORRE UNA RISPOSTA CIVILE». Ecco perché il vescovo di Alcalà, oltre a descrivere la crisi civile, ha voluto appellarsi «alla coscienza dei cattolici spagnoli», intravedendo un «probabile “nuovo inizio”» che prevede «il fermo il proposito dell’evangelizzazione (…) di tante persone ferite (fisicamente, psichicamente e spiritualmente) che aspettano il nostro amore, la nostra misericordia ed il nostro aiuto, sempre nella verità (…)» e insieme l’insistenza «nell’abolizione totale di ogni legge che permetta l’aborto provocato» e «l’approvazione di leggi che proteggano il bambino non nato, la maternità e la famiglia». Per far questo occorre «suscitare una risposta civile organizzata e capace di mobilizzare le coscienze; fare un appello per promuovere iniziative politiche che facciano sua, integralmente, la Dottrina Sociale della Chiesa» e «studiare una strada per rigenerare i partiti politici», anche se «finora i tentativi sono stati improduttivi». Perché sebbene la strada «sia lunga e difficile; è già successo con l’abolizione della schiavitù. La maturazione delle coscienze non è impresa facile, ma il nostro orizzonte, per grazia di Dio, è quello della vittoria del bene. Questo è un tempo di conversione». In cui «siamo obbligati in coscienza a lavorare e difendere con tutti i mezzi legittimi “tutta la vita” di “ogni vita umana”, dal concepimento fino alla morte naturale, cominciando dai non nati e dalle loro madri; se non lo facciamo, la storia ce lo rinfaccerà, le generazioni future ci biasimeranno e, quello che è definitivo, Dio, nel Giorno del Giudizio, ce lo reclamerà: ero piccolo, ero nudo ed indifeso e non mi avete accolto».
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14 commenti
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Sinceramente non mi sono mai illuso nei confronti dei popolari spagnoli.Il Partito in oggetto è una delle tante forze politiche liberali esistenti.Come del resto quasi tutte le formazioni del centrodestra in occidente.
Il vescovo di Alcala’ ha ragione a proporre una nuova evangelizzazione, ma mi chiedo se veramente questa urgenza sia nata oggi: ma dove è vissuto finora? Solo oggi si accorge che la società, e di conseguenza la politica, si sono secolarizzate in quasi tutto l’occidente? A volte sembra che questi alti prelati siano in realtà marziani catapultati improvvisamente sul pianeta terra….
sono d’accordo.
Non sono d’accordo. Questa idea di “evangelizzare”, ossia di convincere gli altri a vivere secondo i valori della fede cattolica, è una forma attenuata dell’idea dei fanatici islamici che vorrebbero imporre a tutto il mondo i valori e le modalità di vita della fede musulmana. Mi dispiace, non ci sto. Io non intendo né essere islamizzata né essere evangelizzata. Chi vuole seguire liberamente una fede e i suoi valori e conformare la sua vita a questa fede a i suoi valori, faccia pure; io non ho nulla da dire, purché sia una scelta libera. Ma per me non va bene, io non intendo aderire a nessuna fede religiosa.
@Valentina
Capisco e condivido quello che dici.
Ti faccio solo notare che la “tendenza” universalistica, la Verità assoluta che o la capisci o te la impongo, l’incapacità di capire e la repressione di ogni diversità, non sono propri delle religioni in quanto tali (sebbene molte, non tutte, ne siano affette e ci affettino ed infettino) ma di TUTTI i sistemi totalitari. La differenza sta nel porre in modo trascendente o immanente la base della credenza.
Sante parole, sono contenta che finalmente qualcuno ha il coraggio di dire la verità senza mezzi termini.
La Spagna ha avuto Franco, non la dc. Li le cose, sia che tu sia cattolico o anticlericale, si dicono così come sono.
Pazienza per il vescovo, non si può costringere nessuna donna a portare avanti una gravidanza indesiderata.
Basta sempre con questa storia, come se fosse solo una scelta della donna e non un omicidio!
Comodo no per gli uomini accusare le donne di omicidio tanto non sono certo loro a mettere al mondo i figli? Vorrei vedere se fosse toccato a voi. Sareste stati sicuramente molto più tolleranti nei confronti di questi “omicidi”.
filo vorrei vedere voi, davanti a quella che ha diritto di vita e di morte, su quello che è anche tuo figlio
Il principio per cui è solo la donna a poter decidere è legato al fatto che solo lei mette a disposizione il proprio corpo e la propria salute, non perché si vuole privilegiare una sola metà di chi concorre al concepimento.
“..mette a disposizione…”, poverina, lei chiaramente non ha voce in capitolo, non può rifiutarsi, è assolutamente obbligata…..è una vittima di quell’orrenda cosa che è mettere al mondo un figlio, brrrrr….. che orrore !!!!
Bene, avremo la democrazia cristiana spagnola.
La cosa notevole è che lo stesso prelato ammette l’impopolarità di molte decisioni di questo governo. Ma va bene tutto, purché il partito su cui si sono fatti andare i voti onori il debito. Rajoy è un vero ingenuo, in Italia l’amico delle nipoti di Mubarak ha ottenuto lo stesso effetto senza impegnarsi davvero su nulla.