
I vertici militari russi discutono di come usare armi nucleari in Ucraina

I vertici militari russi hanno parlato di recente su come e quando Mosca potrebbe usare un’arma nucleare tattica in Ucraina. Secondo quanto dichiarato al New York Times da funzionari americani, la notizia giunta a metà ottobre all’intelligence «ha allarmato» l’amministrazione Biden perché dimostra quanto i generali russi siano frustrati dall’andamento della guerra sul campo e «suggerisce che le velate minacce di Putin di usare armi nucleari potrebbero non essere solo parole».
«Prendiamo sul serio la minaccia nucleare russa»
John Kirby, portavoce del Consiglio sulla sicurezza nazionale americano, ha ribadito che gli Stati Uniti «prendono molto sul serio i preoccupanti commenti della Russia sul possibile utilizzo di armi nucleari», pur però non registrando segnali che ci sia al momento una reale intenzione di procedere con un simile attacco.
La situazione suggerisce comunque una grande cautela da parte di Washington. Secondo il Pentagono, infatti, la Russia dispone di circa 2.000 ordigni tattici nucleari, ciascuno dei quali potrebbe causare migliaia di vittime e rendere intere parti dell’Ucraina impossibili da abitare per anni.
Stati Uniti irritati dall’Ucraina
Anche per questo gli Stati Uniti non vedono di buon occhio attacchi dimostrativi da parte dell’Ucraina come quello del 29 ottobre a Sebastopoli, dove si trova la base russa della Flotta del Mar Nero. Sedici droni, secondo la versione di Mosca, avrebbero attaccato le navi russe, spingendo il Cremlino a sospendere l’accordo sul grano, poi ripristinato ieri grazie alla mediazione della Turchia.
In precedenza, Washington aveva fatto filtrare nervosismo verso il governo di Volodymyr Zelensky in seguito all’assassinio di Darya Dugina e all’attentato al ponte di Kerch in Crimea.
Il diverbio tra Biden e Zelensky
Che i rapporti tra Usa e Ucraina non siano idilliaci lo dimostra anche quanto riportato da quattro fonti citate dalla Nbc nei giorni scorsi. Tutte hanno parlato di uno scontro verbale al telefono a metà giugno tra Joe Biden e Zelensky, con il primo costretto ad alzare la voce per invitare il presidente ucraino a non esagerare con le richieste. «Il popolo americano è stato piuttosto generoso e sta lavorando duro per aiutare Kiev. Dovresti mostrare maggiore gratitudine», avrebbe detto Biden, che la prossima settimana affronterà le delicatissime elezioni di midterm.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca citate dalla Stampa, «vi è una diversità di opinioni sui negoziati post-conflitto. Washington utilizza la parola “quando” senza porre o quantomeno evidenziare veti su un ruolo di Putin; Zelensky non ritiene il capo del Cremlino un interlocutore». È soprattutto questo, più che le armi, «a dividere Biden e Zelensky».
Kiev si prepara a un nuovo attacco
Mentre continuano gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine, Kiev sta costruendo sistemi di difesa per proteggere la capitale da una possibile nuova offensiva delle truppe russe.
Secondo quanto dichiarato dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine, i russi potrebbero attaccare da nord come all’inizio della guerra ma spostandosi a ovest del confine bielorusso-ucraino per «tagliare le principali arterie logistiche della fornitura di armi e attrezzature militari all’Ucraina dai paesi partner».
Foto Ansa
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