
I veri pro-life dovrebbero fare aborti, altroché

Riguardo al divieto di aborto approvato qualche giorno fa in Alabama, paese mostruoso infestato da suonatori di benjio e correttori di bozze, potete pensarla davvero come volete, purché non la pensiate appunto come il Correttore di bozze, il quale meriterebbe una fine raccapricciante per il solo fatto di pensarla come la pensa.
Vogliate perciò scusarlo se quel miserabile si permette qui di raffazzonare poche ripugnanti idee sull’argomento. D’altra parte, per una volta, il suo intento non è di alzare un muro, bensì di gettare un ponte verso gli amici abortisti.
Amici abortisti, dice il Correttore, va bene che contro di noi pro-life vale tutto, e va bene che può perfino risultare gradevole distorcere un poco la realtà a patto che ciò serva a bastonare le testacce di noi indecenti feticisti (nel senso di adoratori di feti), però dovete ammettere che questa volta, come dire, l’autorevole New York Times, sempre sia lodato, si è spinto un attimino troppo in là.
NON LEGGETE QUELL'”OPINION”
Per esempio, se ancora non avete letto, amici abortisti, l'”opinion” del dottor Warren M. Hern contro il divieto di aborto in Alabama, bè, forse è meglio che non la leggiate mai per non rischiare di diventare, se possibile, qualcosa di ancor più abominevole di un correttore di bozze: dei correttori di bozze pro-choice.
Il commento si intitola “La gravidanza uccide. L’aborto salva vite”, e non è uno scherzo. La tesi non risulta chiarissima al Correttore di bozze, ma questa potrebbe essere colpa della prostrazione dei suoi decimati neuroni. Un concetto comunque è ribadito più volte, e forse era meglio di no.
Il pezzo comincia così:
«La gravidanza è una condizione che mette in pericolo la vita. Le donne possono morire a causa della gravidanza. Lo sappiamo da millenni».
Poi va avanti così:
«La gravidanza è pericolosa; l’aborto può salvare la vita».
E insiste così:
«La gravidanza in quanto tale costituisce un “grave rischio per la salute” – compreso il rischio di morire e di perdere tutte le funzioni corporee. La salute e la vita della donna sono a rischio dal momento in cui esiste una gravidanza nel suo corpo, sia che lei desideri essere incinta sia che non lo voglia».
MINACCE E BENEFICI
In mezzo, tutta una serie di terribili sciagure che potrebbero incogliere da un momento all’altro qualunque donna abbastanza incosciente da farsi ingravidare. E un sacco di numeri a dimostrazione dei portentosi benefici assicurati invece dall’aborto. Esempio:
«In Alabama, il tasso globale di mortalità materna nel 2018 era di 11,9 decessi su 100.000 nascite. (…) Per tutti gli Stati Uniti, il tasso di mortalità materna era di 20,7. Di contro, uno studio della rivista Obstetrics & Gynecology sulla mortalità per aborto tra il 1998 e il 2010 ha rilevato che sui 16,1 milioni di aborti praticati in quel periodo il tasso di mortalità globale era di 0,7 decessi ogni 100.000 interventi».
Vi rendete conto che razza di successo strepitoso? Sedici milioni di aborti (16.000.000) e praticamente zero morti. Zero! Cioè: quasi zero morti su sedici milioni di morti, senza contare le gravidanze gemellari.
In effetti, vista così, dire che l’aborto «salva le vite» è perfino poco. L’aborto non è solo salvezza, è praticamente resurrezione.
A OGNUNO IL SUO MESTIERE
Insomma è inevitabile che un caciottaro come il Correttore di bozze a questo punto si faccia prendere dal panico. Infatti, se l’autorevole New York Times si mette a pubblicare idiozie, che cosa resta a noi giornali di fake news?
Tra l’altro. Non per infierire eh. Però. Il correttore di bozze sarà pure un mestiere di merda, ma lo sapete cosa fa per campare il signor Hern? Il signor Hern è un medico «specializzato in late-term abortion services», scrive l’autorevole New York Times. C’è bisogno che ve lo spieghi il Correttore di fake news che cos’è e come si fa di solito un aborto tardivo? Meglio di no. Solo qualche indizio: cranio, cannula, aspirazione, cervello, raschiamento. Capite bene che a un medico avvezzo a simili procedure può sfuggire facilmente la differenza tra praticare un aborto e salvare una vita.
MALEDETTA CONFUSIONE
A proposito. Il Correttore di bozze a stento sa come si chiamano i suoi figli, ma ricorda benissimo che il divieto di aborto dell’Alabama prevede un’eccezione in caso di grave pericolo per la salute della donna. Questo lo riconosce anche il dottor Hern, che però contesta: la legge dell’Alabama è infingarda perché non definisce il pericolo, non è chiara, sembra fatta apposta per lasciare i medici nell’incertezza e costringerli così, con la minaccia del carcere, a rinunciare a praticare aborti. Del resto, si sa, «vaghezza e confusione sono strumenti della tirannia». Come scrisse un giorno un salvatore di vite sull’autorevole New York Times.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!