«I sottosegretari del Pd indagati non si devono dimettere». Giusto. Ma allora perché si è dimesso Gentile (Ncd), nemmeno indagato?

Di Emanuele Boffi
05 Marzo 2014
Esemplare risposta all'insegna del garantismo del ministro Boschi all'interrogazione dei grillini. Ma solo qualche giorno fa, lo stesso metro non è stato usato col politico del Nuovo Centrodestra

Il ministro delle Riforme e dei rapporti col Parlamento, Maria Elena Boschi, ha fatto benissimo a difendere i sottosegretari dagli attacchi del Movimento Cinque Stelle. I grillini, infatti, hanno presentato oggi in aula un’interrogazione sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario alla Cultura. Barracciu, assieme ad altri tre colleghi del Pd e del governo (Umberto Del Basso de Caro, Vito De Filippo, Filippo Bubbico) è al centro di uno scontro politico per essere stata raggiunta da un avviso di garanzia. Il ministro Boschi ha, dunque, fatto bene a ricordare ai parlamentari pentastellati che «non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia».
Con esemplare garantismo, il ministro ha rammentato che «l’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela degli indagati per esercitare i diritti di difesa, non è un’anticipazione di condanna». Per questo, come in ogni democrazia che si rispetti, vale «il principio fondamentale della presunzione di innocenza».

GARANTISMO A CORRENTE ALTERNA. Il discorso non fa una grinza, e con Tempi si sfonda una porta aperta. Troppe volte è capitato che i procedimenti giudiziari siano stati usati come arma politica (è una storia antica, che inizia da Mani Pulite). È però inevitabile notare il solito doppiopesismo italiano. Solo qualche giorno fa, un altro sottosegretario del governo, questa volta non del Pd ma dell’alleato Ncd, Antonio Gentile, ha dovuto rassegnare le dimissioni. Gentile, secondo le accuse, avrebbe fatto delle pressioni per bloccare le rotative del quotidiano L’ora della Calabria, al fine di non far uscire in edicola un articolo su un’indagine a carico del figlio. Al di là di quel che ognuno possa pensare di Barracciu o Gentile, di Bubbico o De Filippo, resta da constatare la doppia morale: i quattro sottosegretari indagati sono stati salvati. Gentile, che non era nemmeno indagato, ha dovuto dimettersi.

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6 commenti

  1. VivalItalia

    Filome..semplici un po banali direi quasi prevvedibbili..sempre uguali so i tuoi post

  2. filomena

    Certo che la destra italiana non ha nulla da insegnare (perlomeno quella del pregiudicato di Arcore) con gli scandali di Lombardia, Lazio ecc.

    1. giuliano

      cara Filomena, tu sai meglio di tutti che il pregiudicato di Arcore non ha fatto niente di illecito, è stato condannato solamente perchè l’odio della sinistra (e tuo) unitamente a quello dei PM connessi, ha piegato le leggi ad una loro interpretazione di tipo sovietico. Cioè è stata usata la “giustizia” per utilizzo politico, e non far finta che non è vero. tu lo sai che è così, ma state certi che la giustizia divina vi farà pagare con gli interessi questo schifo

  3. MaMa

    ma perchè si è dimesso se non era indagato?

  4. giovanni

    Sicuramente i quattro di area p.d. in passato, hanno aderito a qualche manifestazione a difesa della legalità, questo li mette al di sopra di qualsiasi sospetto. Insomma loro rappresentano l’italia migliore, non a caso sono i nipotini di togliatti detto “il migliore”

    1. Su Connottu

      A volerla cercare, la logica ci sarebbe.
      La Barracciu milita nel PD ed è indagata.
      Gentile non milita nel PD, e non è indagato.
      C’è un’evidente asimmetria, e non va bene.
      Soluzione: Gentile si dimette, così tutti gli indagati sono del PD.

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