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Il primo segnale d’allarme è stato il fuoco amico. A inizio giugno il New York Times ha raccontato la frustrazione di dozzine di esponenti democratici per l’operato del presidente, la sua incapacità di compattare il partito, la debolezza delle sue risposte agli attacchi dei repubblicani, i timori diffusi in vista di una ricandidatura di Joe Biden nel 2024.
L’altro ieri, a firma di una delle sue penne più celebri (Peter Baker, figlio di James, già segretario di Stato sotto Bush padre) il quotidiano newyorkese ha concesso il bis, impietoso. E ieri è arrivata la terza dose. A 79 anni, i segnali di stanchezza e di senilità dell’inquilino della Casa Bianca preoccupano, i passaggi a vuoto di un politico che già in passato era incline alle gaffe hanno superato il livello di guardia e neppure la premura di chi lo consiglia e un’agenda settimanale ad hoc (con fine settimana di riposo lontano dalla capitale) riescono a metterlo al riparo da figure barbine, anche nel recente viaggio in Europa, e...
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