I nemici del buono?Sindacalisti e laicisti

Di Rodolfo Casadei
19 Aprile 2000
Intervista a Maureen Gallagher, direttrice delle scuole cattoliche della diocesi di Milwaukee

Maureen Gallagher è direttrice delle scuole cattoliche dell’arcidiocesi di Milwaukee e testimone dell’applicazione del “choice program” in queste scuole.

Mrs Gallagher, perché gli afroamericani e gli altri gruppi svantaggiati apprezzano tanto il sistema del buono scuola? Perché ritengono di poter ricevere una formazione migliore nelle scuole cattoliche, e infatti nelle nostre scuole generalmente si conseguono standard accademici decisamente alti. Apprezzano anche il fatto che i nostri istituti tendono ad essere meno affollati e più disciplinati. Molti apprezzano l’ispirazione religiosa della scuola.

Quali bisogni in particolare soddisfa il sistema dei buoni scuola? Tutti i bisogni educativi. Alcune nostre scuole mettono a disposizione giorni di scuola supplementari, programmi estivi, prescolastici e di doposcuola. Sono scuole di quartiere, e questo aiuta a creare un vincolo fra la scuola e la famiglia, che si riflette in una maggiore partecipazione e impegno da parte dei ragazzi.

Chi si oppone all’esperimento dei buoni? La maggiore opposizione arriva dai sindacati degli insegnanti. Le nostre scuola non sono sindacalizzate, ma quelle statali sì. Forse i sindacati delle scuole statli considerano una minaccia il successo delle scuole private che ricevono denaro pubblico. C’è anche opposizione da parte di chi sostiene l’idea di una rigida separazione fra Chiesa e Stato negli Usa.

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