I momenti fatali che cambiano la storia

Di Bobo
17 Novembre 2005
Stefan Zweig,Momenti fatali, ed. Adelphi,pagg. 306,euro 19

L’attimo in cui a Dostojevskij di fronte al plotone d’esecuzione viene comunicata la grazia, l’esitazione fatale di Emmanuel de Grouchy che costò a Napoleone la sconfitta di Waterloo, la febbre creativa che portò un Haendel sull’orlo della disperazione a comporre in tre settimane di insonne, febbrile attività il suo capolavoro, il “Messiah”, la distrazione inconcepibile che lasciò aperta la Kerkaporta, una posterla secondaria da cui i Turchi penetrarono nelle inespugnabili mura di Bisanzio, la decisione fulminea con cui un oscuro rivoluzionario russo in esilio, Vladimir Ulianov, sceglie di rischiare l’accusa di tradimento e contratta col nemico tedesco l’attraversamento del suo territorio da Zurigo a Pietroburgo, il viaggio in Europa del presidente Wilson col suo sogno della “pace perpetua” e il mesto ritorno in America, l’Europa lasciata ai suoi soliti conflitti. Stefan Zweig presta a questi – e altri – “momenti fatali” della storia dell’umanità la sua penna asciutta, agile, appassionata, li restituisce in tutto il fascino e la drammaticità di istanti in cui passa fra gli umani, in un lampo, l’ala decisiva del Destino. In cui la storia si svela, in barba a ogni determinismo, come campo di gioco dell’umana libertà.

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