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I materiali fragili e infrangibili di Ai Weiwei
La ceramica fragile, adattata e dipinta secondo il concetto del ready made, e il marmo, freddo e duro con cui si diverte a comporre improbabili porte, sedie e addirittura piatti, sono i materiali agli antipodi prescelti dall’artista e attivista cinese Ai Weiwei (Pechino, 1957) per le sue contemporanee creazioni. Le potremo ammirare in Italia dal prossimo 12 aprile al 25 maggio alla Lisson Gallery Milan che ospita la prima personale intitolata a suo nome. Ad accogliere il visitatore opere di varie dimensioni, molte delle quali interamente create a mano dall’artista, e alcune composizioni in ceramica realizzate a Jingdezhen nel 2006, città dove si concentra il cuore della produzione cinese di ceramiche.
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Di particolare spicco le opere Watermelons, rappresentazioni realistiche della natura realizzate a mano e in ceramica, il cui concetto di fondo aderisce perfettamente alla tradizione cinese legata all’imitazione delle forme naturali. Sulla stessa linea si pone Oil Spill che replica, attraverso l’uso della lucida ceramica nera, inquietanti pozzanghere di petrolio che si distendono sul pavimento della sede espositiva. Presenti anche opere in porcellana – come la gigantesca Pillar che si innalza per oltre due metri di altezza – considerata tradizionalmente la più grande espressione dell’arte cinese.
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