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I giochi di parole e le illusioni ottiche di Markus Raetz
Markus Raetz, uno dei più celebri artisti contemporanei già presente nei più grandi musei del mondo come il New Museum of Contemporary Art in New York e la Maison Européenne de la Photographie a Parigi, è il nuovo protagonista della nota galleria parigina Farideh Cadot (7 rue Notre Dame de Nazareth – 75003 Parigi, Francia) che gli dedica fino al 30 dicembre una suggestiva retrospettiva, intitolata “Recent Works” (“Opere Recenti”). In mostra 10 sculture e una importante selezione di incisioni. Un evento che fa eco a un altro grande “solo show” organizzato dalla Bibliothèque Nationale de France che raccoglie una serie di sculture e incisioni dell’artista fino al 12 febbraio 2012.
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Un uomo di spalle con un cappello la cui ombra si proietta sull’acqua è la misteriosa presenza dell’opera “Bullage” (2007-2011), che noi scorgiamo attraverso un foro disegnato dall’artista, spiandolo come con le tante ballerine di Degas viste dal buco della serratura. Ma in realtà la sua ombra non è altro che una manciata di sassi messi uno sopra all’altro. «Markus Raetz si posiziona in una lunga scia di artisti, dal Rinascimento ai Surrealisti a Duchamp, che non separano arte e giochi, rivelandoli in illusioni ottiche e giochi di parole» dice Bruno Racine, presidente della Bibliothèque Nationale de France. «Raetz ci obbliga spesso a risolvere un enigma e a guardare il punto dove “tutte le figure deformate”, per citare Father Nicéron, “appaiono nella giusta proporzione”». E questo è quanto avviene in opere come NoYes (2002), dove le parole sono composte e scomposte da oggetti, Torsi (2008-2010) e Faces (2010), dove oggetti prendono il posto di parti del viso.
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