I debiti della pubblica amministrazione li pagheranno i contribuenti con l’Irpef?

Di Redazione
12 Aprile 2013
Secondo il Sole24Ore per le Regioni che non hanno i conti in ordine resta in vigore la spending review che consente portare l'addizionale Irpef fino al 3,23 per cento

I debiti della pubblica amministrazione che li paghino i cittadini. Come? Versando più tasse. Per ora è soltanto un timore, ma potrebbe presto divenire realtà, soprattutto per quelle Regioni impegnate in piani di rientro dall’extradeficit sanitario, come nel caso di Molise, Lazio e Calabria. Ma anche Piemonte, Campania, Sicilia e Sardegna, che, oltretutto, non hanno ancora approvato i bilanci 2013.

ATTENZIONE. Se, infatti, l’ipotesi di «far pagare direttamente ai cittadini una quota delle anticipazioni alle Regioni con l’aumento dell’addizionale Irpef» è caduta con le prime bozze del decreto sullo sblocco dei pagamenti dei debiti della p.a., spiega il Sole 24 Ore, non è detto che «una parte del «rischio fiscale cacciato dalla porta» non possa rientrare dalla finestra.

ALIQUOTE. Per le Regioni che non hanno i conti in ordine sul fronte sanità, infatti, «resta in vigore il comma della spending review (articolo 16 comma 12-septies del Dl 95/2012) che permette di superare con l’addizionale il limite attuale dell’1,73 per cento per arrivare fino al 2,33». Addirittura al 2,63 per cento se il deficit è tale da far scattare anche le «super-aliquote automatiche»: in questo caso, il tetto salirà al 2,33 per tutti dal 2014 e al 3,23 dal 2015. «Naturalmente l’aumento dell’Irpef è l’extrema ratio per i Governatori – ricorda il Sole 24 Ore – ma il rischio c’è».

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