
«I cristiani del Pakistan non sono cittadini di serie B»

«Le case e le chiese distrutte dei cristiani di Jaranwala devono essere ricostruite per ridare dignità e speranza a chi crede in Gesù Cristo». È la richiesta che lunedì la delegazione dell’Associazione pakistani cristiani in Italia, guidata dal fondatore, il professore Shahid Mobeen, ha fatto all’ambasciatore pakistano in Italia, Javed Ali, perché la riferisca al governo della Repubblica islamica.
«Profanate bibbie e croci in Pakistan»
L’associazione ha protestato per l’attentato del 16 agosto, quando sulla base di false accuse di blasfemia, una folla di musulmani ha attaccato i cristiani di Jaranwala, nel Punjab, dando alle fiamme almeno 21 chiese e bruciando 97 case, lasciando migliaia di cristiani senza abitazione e mezzi di sussistenza. «Le famiglie cristiane sono state costrette a fuggire dalle proprie case per la paura di perdere la vita. Gli islamisti hanno profanato le bibbie, le croci, oggetti sacri e anche i cimiteri», ha comunicato la delegazione all’ambasciatore.
«I responsabili di questo scempio devono essere puniti dalla legge immediatamente», è stata un’altra richiesta dei cristiani pakistani in Italia, che hanno invocato la modifica della legge sulla blasfemia e del sistema giuridico «per costruire la pace e l’armonia fra le comunità».
«Peggiore incidente contro i cristiani»
Anche la Conferenza episcopale pakistana ha protestato con forza contro l’attentato, facendo pervenire a Tempi un comunicato nel quale si «condanna il peggiore incidente contro i cristiani della storia del Pakistan. È un atto vergognoso e il governo deve assicurare i colpevoli alla giustizia».
La comunità cristiana, continua, «è stata terrorizzata e spaventata da un piccolo gruppo di miscredenti, che vogliono far credere che i cristiani siano di fatto cittadini di serie B. Chiediamo al governo di prendere misure forti per proteggere le minoranze».
«I cristiani non sono cittadini di serie B»
Nella nota, firmata da tutti i vescovi del Pakistan e in particolare dall’arcivescovo e presidente Joseph Arshad, si ricorda che quando si sono verificati incidenti simili (Shantinagar, Gojra, Joseph Colony, Youhanabad) «non è stato fatto nulla e tutto è stato dimenticato».
Questa volta, è la speranza dei vescovi, il governo deve agire per dimostrare che «i cristiani non possono essere minacciati e terrorizzati senza conseguenze».
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