I cortei sul Titanic delle pensioni

Di Giorgio Vittadini
11 Dicembre 2003
I sindacati fanno ancora parlare di sé.

I sindacati fanno ancora parlare di sé. Dimenticato in un attimo l’episodio di Milano, condito via con un colpo al cerchio e uno alla botte (hanno sbagliato ma sono stati provocati), hanno organizzato una manifestazione contro la riforma del sistema pensionistico. Il primo dato riguarda la partecipazione. Perché a fronte di dati della Questura che parlano di 250.000 persone e le ricostruzioni di molti giornalisti connesse con le oggettive dimensioni di piazza S. Giovanni, si continua a dire “eravamo un milione e mezzo”? Questa è la prima nota stonata. Entrando poi nei contenuti, si scopre che non è affatto pronta una proposta alternativa sulle pensioni.
Quindi, si è fatta una manifestazione per contestare una proposta senza averne elaborata un’altra.
Così, mentre si protesta giustamente contro i condoni spesso veramente immorali, come quello edilizio, si contrasta l’unico tentativo organico di ridurre la spesa.
Porre il problema delle pensioni è forse ingiusto? Possono cambiare le analisi, ma tutti sono concordi: l’Europa, gli organismi monetari internazionali, i ricercatori italiani e stranieri: l’Italia spende troppo e male per le pensioni e questo è uno dei punti che strutturalmente pesano sul suo futuro. Chi voglia documentarsi può leggere un’interessante ricerca del Cefass a cura di Maite Barea e Giancarlo Cesana. I punti su cui preoccuparsi sono tanti: non si sa se si pagheranno le pensioni ai giovani di oggi; con questa spesa pensionistica, non abbiamo neanche i soldi che gli altri paesi destinano all’istruzione, alla sanità, alla ricerca; il deficit pubblico è pesantemente condizionato da questa situazione. Il problema quindi c’è ed è grave. Dire “le pensioni non si toccano” significa essere gravemente responsabili. Di fatto, in questo modo, si difendono anche le rendite: pensioni d’oro, false pensioni d’invalidità, accordi iniqui strappati da qualche mini-corporazione, contributi dati per servizi spesso inutili, occulti finanziamenti alle organizzazioni stesse che li ricevono.
Purtroppo, in nessuna manifestazione, nessuno ha messo in luce che l’Italia così non può andare avanti. D’altra parte, preoccuparsi di questo, vorrebbe dire essere veramente moderni, essere veramente una forza sociale che educa anche i propri iscritti a un senso di responsabilità, a un realismo, a una presa di coscienza di tutti i fattori. Meglio invece coltivarsi il proprio potere chiudendo gli occhi alla realtà. Tanto, se va male, si può sempre scaricare la colpa sul governo, sui nemici del popolo. Per ora continuiamo a ballare sul Titanic, al momento giusto, ci sarà sempre una scialuppa per scappare…

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.