
I centri sociali fanno irruzione a Palazzo Marino, perché «destra o sinistra, chi sgombera è un fascista»
Una trentina di persone ha fatto irruzione, questo pomeriggio, a Palazzo Marino, mentre si riuniva la commissione Casa del Comune di Milano. «Casa, diritti e dignità»: questo lo slogan diretto ai vertici Aler, riuniti a colloquio con l’amministrazione. L’occupazione è stata fatta in segno di protesta perché in mattinata, in zona San Siro, è stata sgomberata una famiglia da un alloggio popolare, in via Preneste. «Occupazione per necessità» secondo i comitati anti-sfratto dell’area antagonista milanese, che assieme ad alcuni appartenenti del centro sociale Cantiere sono entrate in sala con la forza (i due vigili che hanno provato a tenere le porte chiuse sono rimasti contusi) e sono stati allontanati dalle forze di polizia, giunte sul posto in tenuta anti-sommossa.
OCCUPAZIONE ILLEGALE. Un episodio che il sindaco Giuliano Pisapia giudica «gravissimo e inaccettabile». La famiglia (padre, madre e un figlio maggiorenne) che è stata sgomberata con l’aiuto della polizia locale, «non solo è stata protagonista di precedenti episodi delittuosi, ma non aveva neppure i requisiti, come valutato dall’apposita commissione, per una assegnazione in deroga» ha spiegato il primo cittadino. «Oltretutto alla famiglia era stata proposta, da un privato, una sistemazione alternativa con un affitto di lieve entità, adeguato alla possibilità economica del nucleo familiare. Questa famiglia in un primo tempo ha accettato, ma poi ha nuovamente occupato illegalmente un alloggio». Pisapia ribadisce in un comunicato che “il gruppo di persone” che ha fatto irruzione nella sede del Comune ha aggredito assessori, consiglieri e pubblico presente in sala, oltre a due agenti della polizia locale.
LA “FUGA” DEI VERTICI. Lo stesso “gruppo di persone” che su twitter (CS Cantiere) ha postato foto dell’azione dimostrativa in tempo quasi reale: «Interrotta la commissione tra assessorato alla Casa e Aler. I vertici in fuga in pochi istanti». I comitati anti-sfratto scendono in campo ogni volta che il Comune allontana famiglie abusive delle case popolari, con tanto di striscioni davanti a Palazzo Marino («Destra o sinistra, chi sgombera è un fascista»). Non è la prima volta che capita un episodio del genere: Il 27 marzo 2012 gli antagonisti del Cantiere assieme ai No Tav avevano già fatto irruzione a Palazzo Marino, occupando, indisturbati, la sala Alessi. In quell’occasione, però, non c’era stata nessuna aggressione.
Restano da capire le prossime mosse dell’amministrazione, che ha promesso tolleranza zero. L’assessore alla sicurezza, Marco Granelli, ha dichiarato che il Comune presenterà una denuncia formale. «Si tratta di un’azione violenta. E particolarmente priva di senso, dato che il Comune stava facendo chiarezza. Attaccare le istituzioni non serve a niente» commenta a tempi.it Lamberto Bertolè, consigliere comunale del Pd e presidente della commissione consiliare Casa.
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Passavo di lì e mi sono fernato, vedendo la via bloccata da pompieri, carabinieri, vigili, polizia, ambulanze. Pensavo che fosse successo chissà cosa poi ho capito che si trattava di uno “sfratto”, non di decine di famiglie ma a quanto pare di una famiglia di 3 persone adulte.
Giovani che facevano discorsi da bar, meno giovani che affermavano i diritti deilegali assegnatari in lista d’attesa. Assurdo. Alcuni brandivano la disonestà di pochi politici per farne un’alibi per i loro deliri. Un triste vecchio rito di chi ha bisogno dei bisogni altrui per sentirsi vivo.