I cattolici non facciano passi indietro, ma in avanti (alla Marcia per la famiglia)

Di Peppino Zola
24 Marzo 2019
Dopo gli attacchi dei grillini e del Pd, ai tanti don Abbondio dico: venite a Verona per il Congresso della famiglia

Caro direttore, a mia memoria, non si è mai visto mettere in atto una critica isterica e preconcetta come quella sollevata dal mondo radical-chic e vetero-laicista nei confronti di un evento non ancora avvenuto e cioè il XIII Congresso mondiale per la famiglia, che quest’anno, come noto, si tiene in Italia, a Verona dal 29 al 31 marzo. C’è da rimanere senza parole. Ma noi, tenacemente come ci hanno insegnato l’esperienza e la dottrina cristiane, useremo le poche parole che ci rimangono e le mettiamo anche per iscritto, perché non vogliamo passare per dei don Abbondio qualunque, come mi pare che molti cattolici abbiano finito per essere.

Partiamo dal premier Giuseppe Conte, che ha inopinatamente revocato il patrocinio a quell’evento, cedendo così, da buon grillino qual è, alle istanze più retrive dei suoi compagni movimentisti ed alle richieste più nervose delle femministe del Pd, che, evidentemente, è diventato in via definitiva un partito radicale, neppure più di massa, ormai. Senza saperlo (quante cose non sanno i 5 stelle!), Conte si è messo nelle condizioni di non potere più concedere il patrocinio ad alcun evento di natura antropologica. Avendo tolto il patrocinio ad un congresso che si occupa della famiglia prevista dall’articolo 29 della Costituzione, evidentemente egli non potrà più concedere il patrocinio, per esempio, ai vari gay-pride o similia. Prendiamo atto che Conte, dicendo no alla famiglia costituzionale, si è autocensurato per tutto il resto.

Per volgarità e isteria si è messa in mostra Monica Cirinnà, con il suo famoso giudizio sulla vita di chi ama la famiglia (ed anche Dio, avvicinandosi alla blasfemia ed anche la patria, andando ancora una volta contro la costituzione). Ieri sera ho sentito e visto un suo breve filmato, nel quale, in pochi secondi, è riuscita a dire una infinità di fake-news, tra cui quella secondo cui gli organizzatori del congresso vorrebbero mettere in galera le persone omosessuali (purissima invenzione, degna di una querela)! La verità è che la Cirinnà si sta dimostrando sempre più eterofoba, anche se noi, forse troppo pazienti, non chiediamo una legge che la condanni per questo. L’ha già condannata il giudizio degli uomini e delle donne comuni del nostro Paese.

La senatrice ha detto, sempre in quel filmato, che il congresso vedrà l’impegno di “pochi”. Non sa, forse, che il Congresso vedrà presenti 700 delegati provenienti da tutto il mondo (e che gli isterici non vorrebbero far venire a Verona boicottando gli alberghi!). DOBBIAMO RISPONDERE ALLE GRAVI PROVOCAZIONI DELLA SENATRICE PARTECIPANDO IN TANTI E PACIFICAMENTE ALLA MARCIA PER LA FAMIGLIA CHE SI TIENE DOMENICA 31 CON PARTENZA DA PIAZZA BRA ALLE ORE 12.

Testimonieremo, per chi vorrà vedere, che esiste un immenso popolo che desidera affermare la famiglia tra uomo e donna come bene e patrimonio dell’intera umanità.

Ha perso le staffe anche il Giggino nazionale, ancora per poco vice-premier e futuro sfigato dopo il 26 maggio. Di lui abbiamo già scritto che, con le sue uscite, ha perso ogni dignità politica, data la sua attuale carica.

Mi sorprende, invece, l’acidità con cui il Pd sta giudicando il congresso. Mi sorprende perché, forse ingenuamente, lo ritenevo ancora un partito “popolare” e quindi rispettoso delle grandi istituzioni dell’umanità, tra cui va posta la famiglia. Al contrario, il Pd, come già detto, si è lasciato travolgere dalla sua anima “radicale”, il che cominciò con la campagna circa il referendum sul divorzio, dove gli allora comunisti furono determinanti nel far vincere le idee di Pannella. Ora hanno adottato in toto e acriticamente le tesi della Bonino, la quale, invece di ragionare, ha bollato il sostegno alla famiglia come una battaglia reazionaria, chiudendo così ogni possibilità di dialogo costruttivo.

Chi vorrebbe un dialogo costruttivo è il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, il quale, giustamente, afferma che “serve unione sulla famiglia, non è terreno di scontro”. Evidentemente, si riferiva, anche senza dirlo, a tutti coloro che hanno attizzato lo scontro e cioè gli intellettuali e giornalisti laicisti, il premier Conte, il vice premier Di Maio, la Cirinnà, la Bonino, etc. Infatti, gli organizzatori del congresso (tra i quali non vi è il sottoscritto) non hanno provocato alcuna polemica, ma si sono limitati ad annunciare che si sarebbe tenuto il congresso sulla famiglia. Il solo annuncio ha provocato la violenta (e, per alcuni aspetti, ridicola) reazione dei laicisti, a cui, ripeto si riferiva il cardinale Bassetti. Infatti, per quello che ho visto, sentito e sperimentato finora, penso che gli organizzatori del congresso non possano essere catalogati tra chi usa il tema della famiglia “per legittimare le discriminazioni e le divisioni”, come  accennato dal Cardinale nella sua intervista al Giornale.

Il congresso è stato organizzato perché i problemi relativi alla famiglia possano diventare patrimonio di tutti ed in particolare di tutti i politici, a qualsiasi partito appartengano. Infatti, durante il congresso si parlerà della “bellezza del matrimonio”, “dei diritti dei bambini”, della “ecologia umana integrale”, della “crisi demografica”, della “salute e dignità della donna”, della “tutela giuridica della vita e della famiglia”, delle “politiche aziendali per la famiglia e la natalità”. Tra l’altro, sono gli stessi temi che il cardinale Bassetti ha elencato nella sua intervista già citata e che, quindi, dovrebbero renderlo (se mi è permesso il dirlo) più simpatetico  verso il congresso.

Occorrerebbe essere più espliciti su chi userebbe la famiglia per “dividere” (visto che non sono gli organizzatori) e sugli eventuali errori di metodo (quali errori?). La verità è che oggi basta dire pubblicamente una cosa cristiana (anche con toni “moderati”) per suscitare immediatamente la reazione scomposta e volgare dei laicisti. Ed allora, che cosa dobbiamo fare? Tacere per sempre? I vari don Abbondio cattolici dovrebbero preoccuparsi di questa situazione. Un domani anche la professione liturgica della fede cattolica potrebbe essere oggetto (come già avviene in certe parti del mondo) di tali reazioni scomposte. Ed allora? Non celebreremo più la Santa Messa per evitare tali reazioni?

A forza di fare sistematicamente marcia indietro, i cattolici saranno sempre più indifferenti nei confronti di tutti. Le chiese sono sempre più vuote non perché i cattolici sono troppo “decisi”, ma perché sono scandalosamente indecisi. Non riduciamo la nostra religione, con tutto ciò che essa comporta, ad un problema di “buone maniere”. Lo stesso Gesù, all’occorrenza, non ha usato le buone maniere.

Peppino Zola

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.