I cattolici escano dalla poltiglia. Abbiamo bisogno di una rivoluzione non violenta

Di Redazione
12 Settembre 2012
«I cattolici dovrebbero meditare e prendere come programma il discorso di Bagnasco che richiamava ad un nuovo protagonismo». Intervista dell'agenzia Asca a Luigi Amicone

Proponiamo la lettura dell’intervista concessa dal direttore di Tempi Luigi Amicone all’agenzia Asca il 4 settembre 2012.

(ASCA) – Roma, 4 set – «Il cattolico che vive personalmente la propria fede non può non influire positivamente su una rivoluzione (non violenta) sociale e politica di cui abbiamo bisogno». Lo ha detto all’ASCA il direttore del settimanale Tempi, Luigi Amicone in merito al contributo dei cattolici alla nuova fase politica e sociale che il nostro Paese si sta sforzando di intraprendere.

Il card. Bagnasco ha invitato i cattolici ad un nuovo protagonismo. Quale ruolo possono svolgere in questa fase di cambiamento politico?
Sono rimasto entusiasta dal suo discorso del 28-29 agosto. I cattolici dovrebbero meditare e prendere come programma il discorso di Bagnasco che richiamava ad un nuovo protagonismo, segnalava la necessità di una solidarietà lungimirante, parlava della necessità delle riforme dello Stato, richiamava ad un senso autentico patriottico e sottolineava il sostegno alla famiglia. Una scossa per i cattolici potrebbe essere quella di riprendere quel discorso e di farne una battaglia culturale.

I ‘valori irrinunciabili’ possono essere uno scoglio all’impegno politico?
Penso di no perché il problema enorme della politica oggi, a livello italiano ed europeo, è quello di pensare che la svalutazione di ogni valore e identità costituisca per sé un contributo per il miglioramento della società. Il problema dipende da questo: a furia di ritirarsi da identità, valori e visioni del mondo siamo immersi in una confusione popolare e una ‘poltiglia’ di pensiero in cui alla fine domina l’opzione tecnocratica di ragionieri, ingegneri sociali, banchieri e mercati. I cattolici, sono cittadini del mondo, subiscono anche loro questo frastuono e quindi spesso fanno fatica a riflettere che il fatto di essere cattolici significa ancora qualcosa.

I cattolici possono invertire l’attuale situazione politica italiana?
Santa Caterina da Siena diceva che ‘se sarete quello che dovrete essere infiammerete il mondo’. Questo richiamo vale anche oggi: il cattolico che vive personalmente la propria fede non può non influire positivamente su una rivoluzione (non violenta) sociale e politica di cui abbiamo bisogno.

La nuova legge elettorale è un passaggio obbligato del cambiamento politico?
Assolutamente sì. Auspicherei qualsiasi sistema che garantisca la maggiore semplicità e chiarezza di governo ma restituisca anche ai cittadini la possibilità di scegliere. Sono per il ritorno alla preferenza. Comunque c’è bisogno di un sistema che possa permettere al cittadino di scegliere le persone e non aderire ai nominati dall’alto.

Ad ottobre appuntamento con ‘Todi 2’. Quali sono le aspettative?
Tutti i tentativi sono rispettabili. Auguro a tutti coloro che parteciperanno a ‘Todi 2’ di offrire idee e contributi utili ma non penso che sia l’unica forma in cui si possa incanalare l’impegno cattolico.

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1 commento

  1. giovanna

    Gigi, candidati!

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