
I carmelitani e il pasticcio Imu: «La macchinetta per le merendine è zona commerciale?»
Milano, primo pomeriggio. Padre Giulio è in attesa, fremente di parlare con il commercialista: anche i carmelitani scalzi che gestiscono la mensa dei poveri di via Canova hanno questi problemi. Anzi, in questo periodo, con l’Imu sugli immobili commerciali del Vaticano discusso un giorno sì e l’altro pure sui giornali, il problema diventa impellente. I Carmelitani scalzi, per certi versi, però, fanno scuola.
In via Canova, infatti, avevano a suo tempo deciso di pagare le tasse sugli immobili, anche quando le leggi in vigore lasciavano spazio ai dubbi. «Abbiamo degli immobili che prevedono una destinazione commerciale – spiega padre Giulio – e li affittiamo da tempo ad un bar, a una banca e a una casa di riposo. Ma per quelli già da prima pagavamo l’Ici, malgrado la legge lasciasse spazio ad equivoci. Oggi resta la possibilità di equivoco invece per altre zone all’interno dell’oratorio o della chiesa. Immobili non certo a destinazione commerciale, almeno nella realtà. Ma non sappiamo come verrano considerati dalla burocrazia».
Padre Giulio riflette da tempo sulle parole del commercialista, che ha spiegato le differenze a norma di legge dei locali ad uso pastorale e quelli ad uso commerciale. Ma il frate carmelitano non riesce a sciogliere il bandolo della matassa. Racconta: «Noi abbiamo un oratorio con un piccolo baretto che vende solo bibite, gelati e patatine ai bambini. Abbiamo le macchinette che distribuiscono a gettoni le merendine. Ecco adesso queste zone saranno considerate commerciali? Ci sono alcune iniziative di tipo “commerciale” fatte per autofinanziare la mensa dei poveri. Organizziamo un mercatino in cui prendiamo in conto vendita fiori e torte e poi li vendiamo: per queste aree dovremo pagare? A questo il commercialista non sa ancora rispondere. E poi ci sono delle incertezze anche per quelle strutture destinate a opere di religione, come la Casa di accoglienza destinata agli incontri dei gruppi parrocchiali e agli esercizi spirituali. Per il momento l’ingresso è gratuito e chiediamo solo un contributo volontario che ci consente di sostenerne le spese di mantenimento, ma dobbiamo accertarci che con la nuova legge adesso non si paghi l’Imu. Stampiamo un calendario con le riflessioni dei santi, che viene distribuito (26 mila copie) con un’offerta libera: sino ad ora non era considerato attività a fine commerciali. E ora? Certamente invece rimarrà esente dall’Imu tutta la mensa».
La mensa dei Carmelitani è una delle principali della città. Serve ogni giorno a pranzo 350 coperti, a italiani (un terzo) e extracomunitari. Si tratta di un’attività completamente auto-gestita grazie alla carità, alle donazioni e ai volontari.
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