
«I Boko Haram sono entrati in chiesa durante la Messa sparando»

Di mattina in uno dei tanti campi profughi di Jos fa freddo. Lidia (foto in alto) si butta addosso due vestiti e si riscalda come può. La ragazza ha appena 16 anni e come tutti gli altri 180 bambini del campo è scampata per poco alla furia omicida di Boko Haram. I suoi genitori invece non ce l’hanno fatta.
«HANNO UCCISO MIA MADRE». «Siamo scappati sulle montagne, loro ci hanno seguito e hanno ucciso molti di noi», racconta Lidia alla Cnn. «Hanno preso mia madre e mio padre. Alcune persone mi hanno detto che li hanno uccisi. Noi siamo scoppiati a piangere». Lidia ha anche visto i terroristi «uccidere una persona in casa mia». Ora non ha più un posto dove andare.
BAMBINI RAPITI. Dal 2009 Boko Haram, che nella lingua hausa significa “L’educazione occidentale è peccato”, tempesta di attentati il nord della Nigeria per trasformarlo in un califfato islamico. L’anno scorso ha ucciso circa novemila persone, quasi quanto lo Stato islamico in Iraq e Siria, e sta lentamente conquistando il nord del Paese.
Solo tra sabato e domenica, gli islamisti hanno attaccato il villaggio di Tourou in Camerun, al confine con la Nigeria, uccidendo tre persone e sequestrandone almeno 80, di cui 50 bambini tra i 10 e i 12 anni. Ieri, a Potiskum, nello Stato settentrionale di Yobe, un terrorista si è scagliato con un’auto imbottita di esplosivo contro una stazione degli autobus, causando 7 morti e 45 feriti.
«SPARAVANO IN CHIESA». Nello stesso campo di Lidia, vive anche Esther (foto a fianco). La ragazza ha 18 anni, viene da un altro villaggio, ma la sua storia è simile a quella dell’amica: «Una domenica sono entrati in chiesa durante la Messa. Hanno cominciato a sparare, tutti correvano da ogni parte. Io sono fuggita ma non so dove siano i miei genitori, non so che cosa sia successo loro».
«NON ABBIAMO DA MANGIARE». Lidia e Esther cucinano per tutto il campo, essendo le più grandi. Ma trovare da mangiare è difficile perché qui le organizzazioni internazionali non sono ancora arrivate. Il governo neanche. «Faccio sempre incubi la notte – dichiara Lidia – ho fame ed è colpa di Boko Haram se non abbiamo niente da mangiare. Loro ci stanno uccidendo, so che difficilmente tornerò a casa». Le due amiche hanno un solo pensiero in comune: «Solo Dio ora può salvarci».
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