I balilla che contestano Roccella

Di Emanuele Boffi
10 Maggio 2024
Alla ministra è stato impedito di parlare a un convegno sulla natalità. Urlano «decido io!», senza nemmeno capire di avere la testa piena di slogan. Sono fascisti inconsapevoli
Contestazioni agli Stati Generali della Natalita' quando la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha preso la parola e in platea sono stati alzati dei cartelli che formavano la scritta:
Contestazioni agli Stati Generali della Natalita' quando la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha preso la parola e in platea sono stati alzati dei cartelli che formavano la scritta: "Decido io", Roma, 9 maggio 2024 (Ansa)

Iniziamo a pensare che forse ha ragione Antonio Scurati a dire che in Italia c’è il fascismo. Solo che non sta a destra, ma a sinistra come si è visto ieri a Roma agli Stati generali della natalità dove un gruppo di giovani contestatori ha impedito alla ministra Eugenia Roccella di parlare.

I video dell’evento mostrano con evidenza cosa è successo. Non appena la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità ha preso il microfono sono partite le urla, gli insulti, i fischi. Ha dovuto lasciare il convegno. Era già successo al Salone del libro di Torino: è questa l’idea di democrazia che si ha da quelle parti, puoi parlare solo se sei d’accordo con me.

Fascisti inconsapevoli

Questi ragazzi hanno le idee confuse e piene di pregiudizi che, ogni giorno, un pensiero omologato e falso ficca loro nella testa. Non interessa loro un bel nulla del problema demografico, della natalità, di capire chi hanno di fronte (ma si leggessero l’autobiografia del ministro! Imparerebbero anche qualcosa), di aborto, della legge 194, di cosa è previsto per aiutare le donne in difficoltà, di cosa fanno realmente le associazioni pro life nei consultori, di cosa diceva Giorgio Pardi – primo medico in Italia a praticare un’interruzione di gravidanza –; di tutto questo non hanno contezza, non gliene importa un fico secco.

Hanno la testa piena di slogan e nemmeno lo sanno. Urlano «decido io», senza nemmeno comprendere di essere le prime vittime di una mentalità che sta decidendo per loro cosa devono pensare e come si devono comportare. Se la prendono con la triade “Dio, patria e famiglia” e si comportano come dei perfetti balilla. Sono fascisti inconsapevoli di esserlo.

A Milano fa scandalo mostrare in piazza la statua di una donna che allatta, ma la Durex, un’azienda privata che produce preservativi, può entrare nelle scuole e, con la scusa dei corsi sull’affettività, non solo fare propaganda a una certa idea di “affettività”, ma pure sponsorizzare il proprio prodotto. E questo è considerato normale, anzi avviene con la collaborazione del Comune.

A Roma, invece, un ministro invitato a un convegno su un tema drammatico come la denatalità non può liberamente esprimere il proprio pensiero. Ha ragione Scurati: i fascisti ci sono ancora. Sono loro.

 

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