Hong Kong processa il cardinale Zen

Di Leone Grotti
13 Agosto 2022
Le udienze inizieranno il 19 settembre e finiranno il 23. Il regime gli contesta solo un illecito amministrativo ma è a rischio la libertà religiosa
L'arcivescovo emerito di Hong Kong, il cardinale Zen

L'arcivescovo emerito di Hong Kong, il cardinale Zen

Il cardinale novantenne Joseph Zen Ze-kiun andrà a processo il 19 settembre a Hong Kong. Le udienze, secondo quanto stabilito dalla Corte di West Kowloon, termineranno il 23 settembre. Il processo, anche in caso di condanna, non avrà conseguenze gravi per il prelato ma è evidente che si tratta di un avvertimento e di un escamotage per mettere a tacere non solo l’arcivescovo emerito della città, quanto tutta la Chiesa di Hong Kong.

L’arresto del cardinale Zen

Il cardinale Zen è stato arrestato dalla polizia all’improvviso l’11 maggio e successivamente rilasciato su cauzione. È accusato di aver compiuto un illecito amministrativo e cioè non aver registrato correttamente un fondo umanitario di cui era amministratore fiduciario.

Il fondo in questione è il “612 Humanitarian Relief Fund”, che ha aiutato dal punto di vista legale, psicologico e medico migliaia di attivisti durante le manifestazioni del 2019, raccogliendo donazioni e distribuendo oltre 31 milioni di dollari in aiuti.

Tutti i sei imputati si sono dichiarati non colpevoli ma anche se verranno condannati dovranno pagare al massimo una ammenda di 1.750 dollari.

La spada di Damocle della “collusione”

Quando l’arcivescovo emerito di Hong Kong fu arrestato la polizia disse che era in corso un’indagine per la gravissima accusa di “collusione con forze straniere”. Questo capo di imputazione può essere punito anche con l’ergastolo in base alla draconiana legge sulla sicurezza nazionale imposta a Hong Kong da Pechino nell’estate 2020.

Anche se quest’ultima accusa non è stata formalizzata, l’ombra dell’indagine continua a gravare sul cardinale novantenne e verrà mantenuta fino a quando sarà utile.

Il regime colpisce la libertà religiosa

Il vero obiettivo della persecuzione giudiziaria non è tanto Zen quanto la libertà religiosa, che il nuovo governo di Hong Kong su ordine del regime comunista cinese vuole cancellare nell’ex colonia. Il cardinale, infatti, è sempre stato espressione di una fede che non si accontenta di essere confinata in casa o in sacrestia, ma che rivendica il proprio ruolo pubblico nella società.

La libertà religiosa è un diritto, anche a Hong Kong. Ma nella città i diritti da due anni vengono cancellati uno a uno, a suon di processi, intimidazioni mafiose e persecuzioni di stampo maoista. Tutto alla luce del sole.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.