
Continuerò a battermi per Hong Kong. Non possiamo vivere senza dignità

L’autore di questo articolo, Albert Ho, è stato condannato ieri a 12 mesi di carcere a Hong Kong con pena sospesa. La sua colpa, insieme a quella di altri otto leader democratici – tra cui Lee Cheuk-yan e Jimmy Lai – è di aver partecipato alla manifestazione pacifica del 18 agosto 2019 contro la legge sull’estradizione. Quel giorno scesero in piazza 1,7 milioni di persone. Albert Ho aveva accettato di partecipare all’incontro organizzato da Tempi a Milano nel 2019 sulla situazione politica dell’isola (La libertà è la mia patria. Da piazza Tienanmen a Hong Kong), ma era stato costretto a rinunciare dopo essere stato selvaggiamente picchiato per strada prima della partenza per l’Italia. Al suo posto, intervenne Lee Cheuk-yan.
La situazione politica a Hong Kong continua a peggiorare. Ora persino i giudici sembrano essere diventati uno strumento di oppressione del governo. Le durissime pene che ci sono state comminate solo per aver organizzato e partecipato a una assemblea non autorizzata e alla marcia del 18 agosto sono incredibilmente severe.
Verdetto inimmaginabile
In precedenza, il governo seguiva le convenzioni internazionali e non perseguiva le assemblee pubbliche e le marce non autorizzate, se si svolgevano pacificamente e in modo ordinato. E nelle rare occasioni in cui venivano perseguite, le condanne si limitavano al pagamento di multe o allo svolgimento di servizi sociali.
Nel nostro caso, il verdetto del giudice è stato assolutamente inimmaginabile. Il prossimo mese (il 17 maggio, ndr) dovrò affrontare un nuovo processo per aver partecipato ad altre due marce non autorizzate ed è inevitabile che anch’io, come Lee Cheuk-yan, finirò in prigione. La libertà di condurre incontri pubblici e marce pacifiche sarà completamente soffocata dall’oppressione politica della polizia, con il sostegno dei giudici.
Non possiamo vivere senza dignità
In questa grave situazione, dobbiamo rimanere positivi e fiduciosi. Dobbiamo inventarci nuove forme e canali di partecipazione pubblica, anche per commemorare il prossimo 4 giugno le vittime della strage di Piazza Tienanmen. Dobbiamo essere coraggiosi, ma anche intelligenti, per evitare che tutti i nostri compagni cadano nelle trappole legali del governo e diventino prigionieri politici.
Il minimo che io posso fare, in quanto personaggio pubblico, è continuare a gridare la verità in faccia al potere. Noi non possiamo vivere senza dignità umana!
Foto Ansa
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