
Jack Hendry, lo sconosciuto che ha fermato Messi, Neymar e Mbappé

Meraviglie di Champions, dove le grandi come Psg e Man Utd steccano, e i tre tenori più attesi della notte d’esordio, Messi-Neymar-Mbappé, poco riescono a combinare contro il ben più umile, ma ruspante, Brugge. Quanto è raro, ormai, gustarsi serate come questa, in un trofeo che fa dello spettacolo il suo asset principale, ma dove è sempre più profondo e ampio il fossato tra chi può spendere tanti soldi e chi no? Talvolta, però, il sistema s’inceppa e le cose non vanno come la logica vorrebbe, e non tifare per gli underdogs diventa difficile.
Uno spilungone senza troppa fortuna
Succede così che, quando i riflettori puntano dritto sui talenti dell’attacco parigino, a godersi la serata è uno spilungone scozzese, Jack Hendry, che nella sua vita calcistica ha cambiato decine di casacche, girato campionati e continenti, sfidato noie fisiche e allenatori diffidenti. Non provate a cercarlo su Wikipedia: ancora lo danno all’Ostende, squadra belga dove ha militato fino a qualche settimana fa, per dire di quanto la gente se lo fila. E non tentate l’abbinamento facile con Colin Hendry, il biondissimo capitano della Scozia a Francia ’98, uno dal contrasto diretto e la grinta a mille: con lui condivide solo il cognome e il ruolo, niente parentela che stimoli gallerie preconfezionate sul sito della Gazzetta dedicate ai “figli di…”.
Eppure Jack Hendry mercoledì sera ha tenuto buoni Messi, Neymar e Mbappé, guidando la difesa del Brugge e uscendo tra i migliori della gara. E prendendosi un riscatto che insegue da tempo: cresciuto nelle giovanili del Celtic, in 6 anni da professionista ha messo insieme la pochezza di neanche 90 gare, cambiando di continuo squadra. Patrick Thistle, Wigan, Shrewsbury, MK Dons, Dundee, Celtic e perfino Melbourne, sono stati gli stadi dove ha inseguito il suo talento mai scoppiato. Ci sono stati alcuni infortuni terribili, ma pure esordi sfortunati e gare non andate bene. Quando era in Australia, non bastasse, è esploso il Covid, proprio a seguito di un brutto malanno al ginocchio.
La stagione al Celtic e il ritorno in Belgio
Fino ad arrivare, nell’estate 2020, in prestito dal Celtic ai belgi dell’Ostende: qui Hendry si concede una stagione coi fiocchi, sta bene e gioca con classe, tanto da essere nominato a fine anno miglior giocatore del campionato belga. Potrebbe andare agli Europei, se non avesse ancora qualche problema fisico. Quasi uno scherzo del destino, il club di Glasgow da cui se n’è andato va incontro ad un’annata terribile, dove il sogno del decimo titolo consecutivo sfuma, sottratto dai redivivi rivali dei Rangers.
E così due settimane fa, Hendry ha ufficializzato il suo passaggio al Club Brugge, che a maggio aveva vinto il titolo belga: prima della gara col Psg aveva avuto il tempo giusto per esordire, per altro proprio da ex contro l’Ostende. Intrecci e percorsi imprevedibili, quelli che lo hanno portato ad essere in campo, mercoledì sera, in una notte di Champions che ci si aspettava scontata, non ci fosse stato lui, quello sconosciuto scozzese – e i suoi compagni – a farci sorprendere, una volta ancora, della grandezza di questo sport.
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