Hemingway? Lettura da terza elementare. Lo dice Lexile, l’algoritmo a cui Obama ha affidato la scelta dei libri scolastici

Di Francesco Amicone
13 Novembre 2013
"Il vecchio e il mare" battuto da "Heidi". Così il Common Core promosso dalla Casa Bianca assegna letture agli studenti grazie a un metodo matematico che dà i numeri

Lo scopo del Common Core, il programma didattico adottato da 45 stati americani e promosso dall’amministrazione Obama, è quello di alfabetizzare la nazione e formare alunni adatti per il college e per il mercato del lavoro, dicono i suoi sostenitori. Sulla sua efficienza, decantata trasversalmente dalla politica americana, non la pensano allo stesso modo i professori delle scuole pubbliche, gli stati che si sono rifiutati di adottarlo (rinunciando a laute sovvenzioni federali) e i professori universitari cattolici, che lo hanno recentemente criticato in una lettera indirizzata ai propri vescovi.

OBBEDIRE A UN ALGORITMO. Uno degli aspetti più grotteschi del Common Core è un algoritmo. Si chiama Lexile. Nato negli anni Ottanta, ha il compito, sostiene l’azienda privata che lo ha concepito, di dare una valutazione scientifica della complessità dei libri e di «sostituirsi alle considerazioni soggettive degli insegnanti costantemente in conflitto fra loro». Lexile è il canone matematico con cui il Common Core obbliga i maestri di letteratura a scegliere i libri. Non analizza l’impalpabile profondità letteraria di un’opera, ma si limita a darle punteggi, e le scelte degli insegnanti, per essere adeguate alle capacità degli alunni di elementari, medie e liceo, devono sottostare ai suoi dettami. Tra l’altro l’algoritmo si applica anche ai singoli studenti per valutarne le capacità di comprensione per facilitare agli insegnanti il compito di differenziare le letture assegnate all’interno di una classe. Il problema? In molti casi le valutazioni scientifiche di Lexile sui libri risultano quanto meno strampalate.

HEMINGWAY E IL TIRANNOSAURO. Il buon senso ci dice che le opere di Hemingway non sono alla portata di bambini di otto, nove anni, e che, soprattutto, non sono meno impegnative di quelle di Dan Brown. Ebbene, Lexile non la pensa così: Fiesta di Hemingway, secondo l’algoritmo del governo, è un libro da terza elementare, mentre il Codice Da Vinci andrebbe letto in quinta. Nulla di speciale, considerato che il capolavoro di Hemingway, Il vecchio e il mare, ottiene da Lexile un punteggio minore di Heidi e del libro illustrato Il terribile Tirannosauro. Ai tempi di Lexile non se la spassano neppure le grandi opere degli scrittori del sud:  La saggezza del sangue (Flannery O’Connor), secondo Lexile, sarebbe adatto a un pubblico di prima media, mentre L’urlo e il furore di William Faulkner sarebbe apprezzatissimo in un’età fra i nove e i dieci anni. Più ci si avventura nei risultati di Lexile, più lo sconcerto aumenta. Un libro illustrato sui film di Twilight (e non il libro vero) ottiene 1240 punti da Lexile, distanziando di centinaia di punti un’icona del post-moderno come Lotto 49 di Thomas Pynchon e un classico della letteratura come I fratelli Karamazov, relegati a letture da seconda, terza media. La vera rivelazione però è il libro sui guinness dei primati del 2012, che ottiene ben 1330 punti (lettura da college), battendo tutti i precedenti, e in aggiunta Umano troppo umano di Nietzsche, Aspettando Godot di Beckett, La Bibbia, Moby Dick e la Divina Commedia.

IDEOLOGIA AL POSTO DEI LIBRI. Fra le conseguenze della svolta pragmatica sull’istruzione non c’è solo Lexile e le sue follie. Mentre nel settore “grammatica” i media americani denunciano subdoli tentativi di indottrinamento in varie zone del paese (esercizi grammaticali su frasi del tipo: “i comandi dei funzionari di governo devono essere rispettati da tutti”, oppure “i bisogni dell’individuo sono meno importanti del benessere della nazione”), sul fronte della letteratura si denuncia il tentativo di volerla tagliare a favore degli “informational text”, brevi saggi. Il fatto che ciò possa rivelarsi presto un’altra maniera per inculcare ideologie nella testa degli alunni è un’ovvietà che rimbalza fra gli insegnanti da una costa all’altra degli Stati Uniti. A luglio il New York Daily aveva denunciato che nei materiali imposti alle scuole della città, al posto dei racconti, ci sono articoli tratti da New York Times, USA Today, Fox Business, NPR e di altri organi di informazione, nonché saggi sull’imperialismo europeo e sui movimenti per i diritti civili.

MATERIALISMO GROTTESCO. La mancanza del senso della realtà da parte delle élite che hanno concepito le linee guida del Common Core si evince da come lo difendono. Per spiegare che il programma non elimina la letteratura (benché riduca in minoranza le opere di narrativa) la Nea, la più potente organizzazione di insegnanti di scuole statali (che sostiene il Common Core contro il parere della base), ha fornito sul suo giornale, Nea Today, una spiegazione. Perché lamentarsi del fatto che solo il 30 per cento dei testi debba far parte della narrativa? Per esempio nei licei americani si potrebbe leggere Truman Capote, A sangue freddo, che – sostiene Nea Today – «rivaleggia con qualsiasi racconto romanzato su un omicidio plurimo, e mostra agli studenti come fonti di informazioni come le interviste in prima persona e i racconti, i ritagli di giornale e le notizie di reato possano essere intrecciati insieme per fare una storia avvincente». Il problema forse non è l’infelice equiparazione fra una storia vera e tragica, un reportage giornalistico, e un racconto di George Simenon, ma il fatto che lo scopo della lettura di un romanzo giallo o di un reportage giornalistico si riduca all’applicazione pratica che se ne può fare.

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2 commenti

  1. Medardo

    Dev’essere lo stesso algoritmo che ha usato per concludere che un uomo può “sposare” un altro uomo…

    1. Picchus

      standing ovation!!!

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