Guerrini: «La mafia va combattuta dallo stato, senza appesantire le imprese»

Di Chiara Sirianni
27 Settembre 2011
Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, contro la burocrazia che blocca il sistema delle imprese: «Liberiamo le aziende dai lacci della burocrazia, recuperiamo il grave ritardo rispetto all'Europa, eliminando i controlli ex ante sull'attività di impresa a favore del rafforzamento di controlli pubblici ex post, così come avviene in tutti i paesi occidentali»

Sui certificati antimafia si è fatta «tanta retorica. È indispensabile che a procurarselo siano le pubbliche amministrazioni al loro interno, senza più vessare imprese e cittadini, trattati finora alla stregua di inesausti fattorini. Perché chiedere a un’impresa il certificato antimafia quando l’amministrazione lo può acquisire d’ufficio attingendo alle informazioni in suo possesso?». È quanto ha affermato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che su questo tema è entrato in contrasto con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

Completamente d’accordo con Brunetta è il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini: il sistema va semplificato. Pena il soffocamento delle aziende. «Per le piccole-medie imprese il costo complessivo equivale equivale a 1,5 punti di Pil, perduto in scartoffie. Come si può parlare di ricrescita, viste tutte queste complicazioni?».

Questo non vuol dire che sia meglio una carta in meno e un mafioso in più: «Il controllo è fondamentale». Ciononostante, «con una pubblica amministrazione che non è in grado di effettuare efficaci controlli, ad ogni appalto le aziende sono costrette a riproporre una pila interminabile di documenti, perdendo tempo e denaro». Il punto non è tanto il controllo, quanto l’efficenza: «Alle imprese è giustamente chiesto di saper vincere ogni giorno la sfida coi mercati, di essere competitivi. Lo chiedo anche alla pubblica amministrazione, perché le ingentissime risorse investite nell’informatizzazione e nella competenza, per ora, non danno riscontri significativi».

Per questo occorre liberare il tessuto aziendale dai vincoli che bloccano la crescita. Anche perché, a fronte di un corretto controllo, a rimetterci sono le imprese oneste. «Purtroppo un’impresa collusa ci mette poco a presentare una certificazione falsa. Per cercare le mele marce, si blocca un intero momento produttivo. La mafia va combattuta dallo stato, senza appesantire il lavoro degli imprenditori».

Cosa propone Guerrini, come alternativa? «Liberiamo l’impresa dai lacci della burocrazia, recuperiamo il grave ritardo rispetto all’Europa, eliminando i controlli ex ante sull’attività di impresa a favore del rafforzamento di controlli pubblici ex post, così come avviene in tutti i paesi occidentali». Non solo: «E’ da tempo che proponiamo l’introduzione delle Agenzie per le Imprese: quei soggetti privati accreditati che potranno svolgere un ruolo essenziale di certificazione di conformità alle norme a favore delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, sgravandola dai controlli preventivi e consentendole di concentrarsi su quelli successivi. Di burocrazia si muore».

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