“Guerra” in Procura a Milano. Come si schierano i giornali e il caso del “fascicolo dimenticato”

Di Redazione
20 Marzo 2014
La nuova indagine di Robledo messa a rischio (a suo parere) da Bruti Liberati ha portato oggi a otto arresti. L'ira del pm contro il procuratore si basa su un precedente: le intercettazioni dimenticate del caso Sea-Gamberale

Alfredo Robledo, procuratore aggiunto a Milano, ha chiesto e ottenuto oggi la custodia cautelare per otto dipendenti di Infrastrutture Lombarde, la società che gestisce gli appalti per la Regione, fra cui il direttore e amministratore della partecipata Costruzioni Autostrade Lombarde, Antonio Giulio Rognoni, per una presunta truffa ai danni di Regione Lombardia.
Sarebbe questa – informa il Corriere della Sera – l’indagine che secondo Robledo avrebbe rischiato di finire nel nulla, a causa delle asserite manchevolezze nella guida della Procura da parte di Edmondo Bruti Liberati, e che hanno portato il pm, nei giorni scorsi, a inoltrare un esposto al Consiglio superiore della magistratura.

IL CASO SEA. Già prima che Robledo riuscisse a ottenere gli arresti preventivi dei dipendenti di Infrastrutture Lombarde, lo scontro interno alla Procura di Milano con il suo capo, Bruti Liberati, era ufficialmente approdato al Consiglio superiore della magistratura. Benché gli atti dell’esposto di Robledo contro il procuratore capo di Milano siano secretati, i media sono concordi nell’affermare che il cuore della polemica di Robledo, nel quale denuncia irregolarità nell’assegnazione dei casi giudiziari più importanti, sia dovuto ai rischi per l’indagine su Infrastrutture lombarde e soprattutto su un precedente caso: il ritardo nell’assegnazione del fascicolo risalente al 2011 sulla presunta turbativa d’asta nella privatizzazione di Sea.

IL GIORNALE: QUELLA DIMENTICANZA. Robledo non solo contesta a Bruti Liberati una gestione dell’ufficio volta a favorire i pm di Magistratura Democratica e, scrive oggi il Giornale, «appoggiata su alcuni “vice” (Francesco Greco, Ilda Boccassini, Piero Forno)», ma soprattutto «di avere dimenticato in cassaforte il fascicolo di inchiesta sulla privatizzazione della Sea da parte del Comune di Milano». Stando al quotidiano milanese, l’accusa di Robledo a Bruti Liberati sarebbe in sostanza di «avere avuto un occhio di riguardo per la giunta di sinistra che governa Milano, e che aveva nel suo assessore al bilancio Bruno Tabacci il principale sponsor dell’operazione Sea».
Dalla parte del Procuratore si è schierata Repubblica, che il 16 marzo, con Piero Colaprico, ha spiegato ai lettori che non ci fu «nessuna inchiesta insabbiata». Il cronista di Repubblica, chiedendosi che cosa in due anni di indagini «ha ottenuto Robledo dal fascicolo tanto agognato», ha poi aggiunto che nel palazzo di giustizia i magistrati sarebbero convinti che «quello che rischia il posto è lui, Robledo», e non Bruti Liberati.

LA RICOSTRUZIONE DEL FATTO. Non è soltanto Il Giornale a dare forza alla teoria che dietro allo scontro fra pm vi sia soprattutto la questione Sea-Gamberale. Lo sostiene anche il Fatto Quotidiano. In un articolo a firma di Marco Lillo, uscito il 15 marzo, il giornale diretto da Antonio Padellaro ha ricostruito la vicenda che ha fatto infuriare Robledo, spingendolo a chiedere al Csm di avviare un’indagine sul capo procuratore. «Il 25 ottobre del 2011 – ricorda Lillo – dalla Procura di Firenze arriva al procuratore capo di Milano un fascicolo con la trascrizione di un’intercettazione dell’amministratore di F2i Vito Gamberale». Il fascicolo però «non va a Robledo, competente sulle turbative, ma al procuratore aggiunto Greco che immediatamente lo affida al pm più esperto e stimato del suo pool: Eugenio Fusco e lo coaffida a sé stesso». In teoria, osserva il giornalista del Fatto, «i nomi dei pm e l’importanza della gara milanese (385 milioni) farebbero prevedere faville investigative». Il 6 dicembre, cioè più di un mese dopo, esce un’indiscrezione della Reuters sull’esistenza del fascicolo e, scrive Lillo, Fusco «se ne spoglia con una lettera a Bruti “al fine di valutare la competenza di altro dipartimento”». A questo punto, «Bruti annuncia a Robledo che gli consegnerà il fascicolo, ma poi non lo fa». Perché è una questione importante? Semplice, afferma Lillo, perché quello «sarebbe il momento buono per fare le intercettazioni: sono i giorni della gara». Invece, conclude il giornalista del Fatto Quotidiano, «solo 3 mesi dopo, a seguito di una seconda fuga di notizie, il fascicolo plana finalmente sulla scrivania di Robledo. È il 16 marzo 2012, il giorno dopo la pubblicazione su L’Espresso di un articolo sull’esistenza dell’intercettazione dimenticata».

DIMENTICATO DURANTE IL PONTE. A risolvere l’enigma del fascicolo giunto in ritardo sulla scrivania di Robledo ci pensa oggi Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. Il travagliato fascicolo su Vito Gamberale «per tre mesi e mezzo fu trattenuto dal procuratore capo nel proprio ufficio per “una deplorevole dimenticanza”». Ferrarella cita le parole dello stesso Bruti Liberati, che in una lettera riservata inviata a Robledo il 23 marzo del 2012 spiega di essere l’unico responsabile della mancata consegna delle intercettazioni sul presunto tentativo di turbativa d’asta (inviate da Firenze a fine ottobre 2011). Nella missiva riportata da Ferrarella, il procuratore Bruti Liberati spiega che «nell’imminenza della festività di S.Ambrogio/Immacolata, stante la chiusura festiva dei nostri uffici amministrativi, ho trattenuto il fascicolo nel mio ufficio». «Purtroppo – aggiunge il capo Procuratore di Milano – non avendo provveduto io alla riassegnazione immediatamente dopo il “ponte”, successivamente, per una mia deplorevole dimenticanza, il fascicolo è rimasto custodito nel mio ufficio». Il procuratore, nella lettera riportata dal Corriere della Sera, ricorda anche come è stato ritrovato il fascicolo smarrito: «Dopo aver interpellato te (Robledo, ndr) e Fusco – aggiunge Bruti Liberati – ho ricostruito mentalmente l’iter dei movimenti del fascicolo, che infatti ho rinvenuto nel mio ufficio dove lo avevo posto in dicembre».

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    2 commenti

    1. Su Connottu

      Dedicato alla presa per il c.. dell’obbligatorietà dell’azione penale

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