
Guerra fredda? La sparata di Biden contro Putin è più da teatrino

Cronache dalla quarantena bis / 5
Gli attivisti democrat si distinguono sempre per le loro qualità morali superiori. E soprattutto per il loro QI. Ma a che livello di Quoziente Intellettivo devono essere arrivati questi che hanno organizzato il teatrino tra il giornalista Abc e il presidente Joe Biden?
Ricordate i giornalisti alle conferenze stampa di Donald Trump? Tutti a fare i gradassi atteggiati a fare il mazzo al disprezzatissimo Donald. A posturarsi tutti come dei gran Mr. Pulitzer sempre lì lì per disvelare un Watergate appena dietro l’angolo del fascistone. È arrivato Joe Biden e sembra di essere in una serie dei Simpson: «Scusi presidente, secondo lei Putin è un assassino?». «Mmm… Mmm, certo!».
A parte la favolosa replica di Putin – «Chi lo dice sa di esserlo. Gli auguro buona salute» – cosa ci vuole a capire che occorre un po’ di cervello anche nel difendere gli interessi delle multinazionali americane?
Un momento ben preciso
In effetti, c’è stato un momento l’altro ieri, tra la concitazione delle note vicende AstraZeneca (finite come sappiamo-e-non-sappiamo, ovvero si andrà avanti sul “sicuro”, chi ha altri dubbi si tolga dalla lista delle prenotazioni, vada in coda, e poi, ammesso che ci avanzi qualcosa del vaccino maiale che non si butta via niente, se fa il bravo si vaccina a Natale), c’è stato un momento, dicevo, che è durato lo spazio di un mattino. Il momento in cui le autorità europee hanno valutato l’opportunità di bussare alla porta di Mosca per acquistare modiche ma indispensabili quantità di vaccino Sputnik V.
Bene. È a questo punto che lassù in cima al mondo a qualcuno dev’essere venuta l’idea di mettere in piedi in fretta e furia (come si è visto dall’effetto boomerang che ha causato il genio della lampadina democrat) il teatrino: prendere un giornalista di Abc (forse non a caso rete tv del gruppo Disney) e fare la famosa scenetta da cartoon Simpson.
Rivediamola: «Scusi presidente, ma secondo lei Putin è un assassino?». E nonno Biden, un sacco sorpreso e pensoso: «Mmm… Mmm, certo!», eccetera.
Guerra fredda o commerciale?
Non c’è stato un giornale al mondo che, a parte l’obbligo di notizia boom e la sorpresa di un’uscita tanto goffa quanto pericolosa (ma non ve l’avevamo detto già noi qui che buttano giù Trump perché non ha fatto guerre e vogliono un democratico per riportare in giro per il mondo gli ideali buoni di democrazie buone, fatte con bombe buone?), non si sia fatto risucchiare nel vortice del sensazionalismo.
Da noi, per stare all’immediato della comunicazione online, perfino il sito di Repubblica l’ha tenuta bassa, sotto la notizia dei nuovi vicesegretari del segretario Letta. E Il Sole 24 Ore l’ha equiparata all’informazione degli strepitosi aumenti del costo della carta. Da noi, solo i veltroniani fondatori del Pd si sono subito dannati l’anima a enfatizzare i Simpson. Peccato per il Corriere della Sera. Se avesse letto bene la notizia che si era dato poche ore prima (“Vaccini Covid, per Big Pharma un affare da 150 miliardi solo nel 2021”) non avrebbe rubricato i Simpson ad anticamera di nuova Guerra fredda. E l’avrebbe derubricata a episodio goffo di guerra commerciale. Con messaggio – un po’ volgarotto – all’Europa a stare ben attenta a non andare a comprare vaccini a Mosca.
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