Grecia, referendum: non ha vinto Tsipras, ha perso l’Europa. Ora ci sono due opzioni (entrambe pessime)

Di Redazione
06 Luglio 2015
Sia Atene sia Bruxelles hanno sbagliato. La Grexit, al pari di un condono del debito, rappresenta una sconfitta. Il problema «non può essere ridotto a una mera partita contabile»
A supporter of the No vote waves a Greek flag in front of the parliament after the results of the referendum at Syntagma square in Athens, Sunday, July 5, 2015. Greeks overwhelmingly rejected creditors' demands for more austerity in return for rescue loans in a critical referendum Sunday, backing Prime Minister Alexis Tsipras, who insisted the vote would give him a stronger hand to reach a better deal. (AP Photo/Emilio Morenatti)

I greci hanno detto “oxi”, no, all’accordo presentato ad Atene dall’Unione Europea in cambio di nuovi prestiti. Nel referendum di ieri, proposto dal premier Alexis Tsipras, il no ha ottenuto il 61,3 per cento dei voti, il sì il 38,7. Il premier greco, che caldeggiava questo risultato, ha esultato: «Avete fatto una scelta coraggiosa, ma sono consapevole che il mandato che mi avete dato non è di rottura».

NON USCIRE DALL’EURO. Tsipras non vuole uscire dall’Unione Europea, i greci tantomeno, ma ora trattare non è più facile, semmai più difficile. Per alleggerire la situazione, il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis si è dimesso stamattina, ma potrebbe non bastare per far digerire il risultato del referendum ai creditori europei.

OPZIONE A. Secondo il New York Times, la trattativa è stata gestita così male da Grecia e leader europei, che ora l’Ue si trova davanti a due possibili opzioni, entrambe perdenti. Opzione A: «Se tollera le richieste del governo greco, l’Europa stabilirà un cattivo esempio per ogni paese che in futuro voglia mettere in discussione le rigidità dell’Ue, dicendo agli elettori di Portogallo, Spagna e Italia che se fanno abbastanza casino, ed eleggono partiti estremisti, potranno avere accordi migliori». Faranno insomma capire che chiunque «può ottenere ciò che vuole» e far pagare «i propri debiti al resto dell’Europa, se si dimostra abbastanza intransigente».

OPZIONE B. Opzione B: «Se rifiutano le richieste del governo greco e tagliano i fondi, il sistema bancario greco crollerà e il paese uscirà dall’eurozona, mandando così il segnale che l’Ue è profondamente fragile». Oltretutto, il collasso della Grecia «costerà al resto dell’Europa più soldi di tutti i possibili e generosi piani di rientro».

«SCONFITTA DELL’EUROPA». Questo duplice scenario dimostra, come scrive in un editoriale anche il Sole 24 Ore, che il risultato del referendum, più che la vittoria di Tsipras, rappresenta «la sconfitta bruciante e clamorosa dell’Europa e dell’eurozona». Infatti, sono gli europei che fin dall’inizio «hanno forzato un’equazione inesistente», (“se votate no, siete fuori dall’Europa”), «non prevista dai Trattati ma accarezzata con convinzione da chi, e sono molti, considera la Grecia e il suo risanamento una partita persa».

«SUICIDIO COLLETTIVO». Peccato che «Grexit equivarrebbe a un suicidio collettivo»: i mercati potrebbero «mostrarsi severi con l’intera area per comprovata incapacità, in 5 mesi di negoziati, di regolare un problema minore come quello greco (2% del Pil, 3% del debito): cosa succederebbe domani, si chiederebbero, se il problema diventasse portoghese, spagnolo o italiano? O addirittura francese?».

IL RIGORE FUNZIONA? La Grexit sarebbe un «boomerang» non solo da un punto di vista economico, o geo-politico, ma anche strategico, perché ci si «accanirebbe contro un partner e un popolo che hanno avuto il torto di esprimere dissenso da regole e politiche che, anche quando applicate nel modo più serio e rigoroso, finora hanno prodotto encomiabili virtù di bilancio ma non altrettante virtù di sviluppo economico».

NON SOLO SOLDI. Il problema, del resto, non è solo di Atene «se anche la Germania, l’indiscusso campione europeo, cresce poco sopra l’1%». Forse, «sarebbe opportuna qualche autocritica, il ripensamento del modello europeo, dei suoi parametri e delle sue regole e dei suoi tabù per metterlo al passo con economia e competitori globali». Ma per questo ci vuole lungimiranza, sia da parte dell’Europa che della Grecia. Perché Grexit non «può essere ridotta a una mera partita contabile. Atene è le radici, la storia, la cultura, la democrazia europea. L’Europa non si può dimenticare un pezzo fondamentale della sua identità. Adesso sarebbe ora che la Grecia facesse altrettanto».

Foto Ansa/Ap

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16 commenti

  1. Babbaluciu_4567

    Vi sono state enormi, continue ed infami minacce, umiliazioni, grossolane ingerenze e notizie false, degli sporchi trucchi che l’Eurogruppo, Merkel, e Draghi hanno messo in atto per far sentire impotente, spaventare, far paura ai cittadini della piccola nazione e indurli a cedere.
    Prima, per forzarli ad accettare l’ennesimo indebitamento con programma di austerità senza prospettive, poi per indurli col terrore a votare Sì.
    Non hanno risparmiato nessun abuso: dalla decisione di tenere una riunione dell’Eurogruppo escludendo la Grecia – che è pur sempre un membro dell’eurozona – fino alla decisione di Draghi di bloccare la liquidità alle banche elleniche, qui si sono visti autentici reati, comportamento criminali (1) che spero un giorno si possano portare alla Corte di Giustizia.
    Poi le notizie false: dall’emissione di sondaggi che facevano stravincere il Sì a nome di un’agenzia greca che si è affrettata a smentire di averli mai fatti (e denuncerà i reponsabili, se sarà possibile identificarli) fino all’ultima autentica informazione del Financial Times: in caso di No, saranno intaccati i depositi sopra gli 8 mila euro.
    I greci non si sono fatti intimidire e sono stati capaci di sputare in faccia alle vere facce toste che affamano i popoli.

    1. Sebastiano

      sputazzeranno anche, ma per ora gli stanno chiedendo nuovamente quattrini

  2. Zibbibbu_!

    Putin ha dichiarato la sua solidarietà nei confronti della Grecia : già qualche tempo fa ha offerto delle linee di credito alla Grecia .
    Quando metti una persona con le spalle al muro e non gli dai più via d’uscita, qualunque aiuto che ti permetta di sopravvivere, potrebbe essere benvenuto, per cui niente di più facile che la Russia e la Cina salvino la Grecia dalla bancarotta, con conseguente disastro geostrategico per l’occidente perché vorrebbe dire che un paese della Nato e un paese dell’Unione Europea viene salvato da due paesi extraeuropei.
    Niente di più facile che fra qualche anno la Grecia entri nei BRICS, con probabile effetto domino.
    Quando prevale la miopia, quando prevale l’ingordigia, quando prevale l’arroganza del potere, gli imperi cadono.
    Sarà così anche per l’Impero del Caos.

  3. Babbaluciu_4

    I greci lo sanno benissimo, che avendo dato a Tsipras un mandato così forte, con un atto sovrano così coraggioso, non hanno ancora risolto niente. Che è solo la preparazione alle battaglie future. Che ci saranno altri mesi ed anni da sacrificarsi, tirar la cinghia e fare con i soldi pochi pochi… ma finalmente, per uno scopo. E con una prospettiva futura. Quella che i creditori non hanno offerto, nella loro avarizia da bottegai. In questa “guerra”, hanno una fortuna che noi ci siamo sempre sognati invano, in Italia: hanno fiducia in Tsipras e Varoufakis. Nella lotta chiamata “negoziato” con i bottegai e criminali, non sono stati esenti da errori; ma hanno mostrato una dote che nessun politico italiano ha mai ritenuto utile alla “politica”, e nemmeno minimamente ha provato a darsi.

    Questa dote si chiama – udite udite – “coraggio”. Ci sono momenti in cui la politica, la democrazia, richiedono atti di coraggio. L’accettazione del rischio, lo sprezzo del pericolo. E quelli, piaccia o no, ce l’hanno. Perciò hanno riscosso il rispetto del proprio popolo.

    1. Cisco

      @Babbaluciu

      Quello che il “popolo greco” (tranne il 40% circa, contando solo quelli che hanno votato) ritiene essere “coraggio”, per il resto dei paesi europei potrebbe tranquillamente essere definito “faccia tosta”. Ci vuole infatti un certo coraggio-faccia tosta per chiedere a tedeschi, francesi e italiani, di tagliare ulteriormente il proprio credito (dopo i 103 miliardi di Euro già cortesemente abbuonati), consentire di mantenere l’evasione fiscale in Costituzione e tollerare di mandare in pensione il “popolo greco” – a spese nostre – mediamente dieci anni prima che nel resto d’Europa. Poi, certo, Germania, Francia e Italia hanno avuto poco coraggio, perché avrebbero dovuto metter mano al dossier ben prima e in maniera molto più decisa e politicamente incisiva, evitando che al potere arrivasse una coraggiosa faccia tosta.

  4. dodi

    Conoordo con Antonio e Massimo…verissimo!!!

  5. Sebastiano

    C’è anche un altro scenario ancora peggiore.
    Se la Grecia uscisse dall’euro e tornasse alla dracma, e dopo un paio di anni (con i dovuti aiuti extraeuropei, non dico quali) tornasse a crescere, si scatenerebbe un bell’effetto domino.

  6. Filippo81

    Non ha perso l’Europa, ha perso l’idea di Europa che determinati ambienti “che contano” hanno in mente, e che vogliono realizzare a tutti i costi,(per farsi i beati affaracci propri altro che “europeismo” ) con le conseguenze che tutti vediamo.

  7. Cisco

    Quanto scritto nell’articolo è tutto vero, il che dimostra che è Tsipras (insieme al dimissionario compagno Varouf) ha ricattare la Commissione europea, non viceversa.

  8. Massimo

    Ha perso l’Europa certo quella dei Burocrati di Bruxel, quella che rinnega le radici Cristiane, quella che vuole imporre la teologia LGBT, quella dell’eutanasia e infine quella che ci vuole fare mangiare formaggi fatti con il latte in polvere!!!!
    Be sono contento che abbia perso anche se idelogicamente sono all’opposto di Tsipras, ho sessantanni e non voglio morire in questa Europa Merkeliana e imbelle. Ben venga il barbaro populismo una botta di vita verso un futuro incerto ma almeno sarà il MIO futuro e non quello imposto da altri.

    1. Ronni

      Perché non te ne vai i iran? Si sta bene là. Si da il caso cge anche grazie alla propaganda come la vostra nessuno voglia più buttare un centesimo in società che consentono alla chiesa locale di mantenere la proprietà di un patrimonio immobiliare immenso (la come qui ottenuto con stupri,torture,omicidi) e di vivere sulle spalle degli altri.
      Ve ne accorgerete anche qui.

      1. Roberto

        Ronni sei il classico esempio di persona istituzionalizzata dalla propaganda anticlericale dell’UE!

        1. Ronni

          Ti assicuro che non è propaganda : vi taglieremo l’acqua in cui avete nuotato per troppo tempo,sulle spalle degli altri. È finita cari miei.

          1. Sebastiano

            e il binario che fine ha fatto?

          2. diabolik

            Occhio a Ronni, ragazzi,taglia l’acqua!Infatti lavora per l’ACEA! Una volta era ferroviere e mandava tutti sui binari morti !Ma quanti ca..o de mestieri fai, Shiva ? ah ah ah

  9. Antonio

    Non ha perso l’anima Europea ma l’Europa di Bruxel , quella dei tecnocrati e dei totalitarismi Merkeliani da quarto reich. Siamo diventati dei perdenti perchè abbiamo rinunciato alle nostre radici in nome della teologia LGBT , quella del suicidio assistito e della natalità zero.
    Siamo come i romani prima dell’arrivo dei barbari poi dalle ceneri i Benedettini ricostruirono tutto.
    Preferisco affrontare i barbari del populismo piuttosto che vivere come le foglie sugli alberi d’autunno.

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