«Anziché in Grecia, il referendum avrebbero dovuto farlo in Germania»

Di Gianluca Salmaso
08 Luglio 2015
«Bisogna chiedere a chi i soldi li deve prestare, non a chi li deve ricevere». Intervista a Alberto Mingardi, direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni
epa04791963 Germany's Chancellor Angela Merkel (L) and Greek Prime Minister Alexis Tsipras (R) during the European Union and of the Community of Latin American and Caribbean States (CELAC) summit in Brussels, Belgium, 10 June 2015. The EU-CELAC Summit brings together 61 European, Latin American and Caribbean leaders to strengthen relations between both regions. EPA/OLIVIER HOSLET

Diktat contro democrazia. Germania contro Grecia, nord Europa contro sud. Podemos o non podemos. Il referendum greco è destinato a far parlare ancora molto di sé tra detrattori e sostenitori, ma se è vero – come pare – che la Grecia non potrà contare sugli aiuti di Vladimir Putin, forse l’azzardo referendario parte già azzoppato.
Tutti o quasi si schierano dalla parte della Grecia contro la cancelliera di ferro Angela Merkel e l’Europa dei vincoli di bilancio oppressivi in nome della solidarietà mediterranea. A distaccarsi dal coro dei sostenitori di Tsipras e Varoufakis c’è Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, che propone la sua ricetta con una battuta: «La Grecia non può diventare la Calabria d’Europa».

Mingardi, come ha visto la scelta greca di indire un referendum sugli accordi?
È stata una scelta furba, dal punto di vista di Syriza. Tsipras conosce meglio di noi i suoi elettori. Era convinto che i greci avrebbero confermato il voto che avevano espresso qualche mese fa: un voto contro l’“austerità”, in buona sostanza, anche se l’alternativa non si capisce dove porti. Ora però bisogna vedere come i greci se la giocheranno delle trattative.

Non crede che un bagno di democrazia possa far bene ai negoziati?
Il valore del referendum è risibile. È stato organizzato in una settimana e agli elettori veniva chiesto un parere su scenari (Grexit, rinegoziazione del debito…) rispetto ai quali anche economisti e analisti non sanno bene che pesci pigliare. L’hanno messo in piedi come un derby tra sì e no all’austerità, tra la bandiera che sventola e la cinghia che si stringe, senza che l’elettore avesse tempo per riflettere e fare una scelta ponderata. Non è certo stata una grande pagina di democrazia.

Ma allora perché è piaciuta tanto a taluni politici nostrani?
Perché veicola un messaggio semplice e facile da vendere agli elettori. Prima di promettere ai loro elettori un referendum sull’Europa, però, i nostri politici dovrebbero impegnarsi a ridiscutere la “sacra” costituzione in materia di referendum sulle politiche fiscali, e i trattati internazionali… oppure potrebbero accontentarsi di una consultazione “alla Grillo”, via internet, ma il valore sarebbe quello di un sondaggio, e il mondo è pieno di sondaggi non propriamente affidabili.

La Grecia però crea un precedente, quello per cui siano i popoli dei singoli stati a decidere del loro destino, pur con tutti i limiti del caso.
Sembra sempre che l’Europa sia fatta da Stati democratici (Francia, Italia e Grecia) contro l’arcigna e antidemocratica Germania. E dove li mettiamo i Paesi baltici, l’Europa dell’Est, i Paesi del Nord? Ci sono anche paesi che hanno fatto delle riforme dolorose che li hanno resi competitivi mentre altri competitivi non sono anche perché evitano accuratamente di fare riforme strutturali. La vera domanda da farsi è una sola.

Quale?
Perché il referendum greco dev’essere moralmente vincolante per il nord Europa? La democrazia “europea” di cui tanti si riempiono la bocca prevede il diritto di voto per i Paesi del Sud, e il diritto di rimanere in silenzio per i Paesi del Nord?

Insomma più che un referendum greco, ci vorrebbe un referendum tedesco.
Esatto, bisogna chiedere a chi i soldi li deve prestare, non a chi li deve ricevere. Se uno ti chiede se vuoi più o meno regali sotto l’albero a Natale, è ovvio che rispondi di più. Meno lo è che io possa e voglia metterceli. Attenzione a non sottovalutare un fatto: Merkel e Schauble, il suo ministro delle Finanze, godono di un indice di approvazione in patria attorno al 70 per cento. Gli stessi socialdemocratici tedeschi appaiono molto rigorosi, sulla Grecia.

Alla fine dei conti la soluzione qual è? Più o meno Europa?
Il problema di avere più Europa è che si dovrebbe fondare su costanti e continue ridistribuzioni di denaro e risorse, un rubinetto che non si può chiudere, creando ovvi problemi politici e culturali: basti pensare che l’Italia non vi è ancora venuta a capo dopo 150 dall’unificazione, figurarsi un intero continente. Purtroppo l’Europa è nata con una miopia incredibile: ha regole per ogni cosa (le polemiche sul diametro delle zucchine!) ma non per gestire il fallimento di uno Stato sovrano o la possibilità che uno Stato possa decidere di lasciare l’Eurozona. Non si è mai visto un club con regole per entrare ma nessuna regola per uscire.

Quindi l’Europa ha bisogno di più regole per stare in piedi.
Non più regole: regole migliori, che consentano una risoluzione dei conflitti che non degeneri, tutte le volte, in provvedimenti discrezionali, ad hoc. Attenzione all’idea che “più Europa” sia una soluzione praticabile. Si potrebbero aprire conflitti sulle risorse, difficilmente gestibili. L’Europa poteva essere una grande Svizzera, ha voluto diventare una Francia, speriamo non diventi una grande Italia.

@gsalmy

Foto Ansa

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19 commenti

  1. Cisco

    Una moneta unica dovrebbe essere il suggello, non la premessa, di una politica di integrazione europea. Questo è stato il peccato originale dell’Europa. La Grecia e’ stata ammessa contro la volontà tedesca, fu Kohl a spingere politicamente nonostante la sua economia fosse insostenibile. Ma senza quei trasferimenti interni di cui parla anche Mingardi – così come avviene per il sud Italia – sarà difficile, per non dire impossibile. Certo, sarebbe interessante interpellare bavaresi e lombardi per chiedergli se sono disponibili a continuare a sborsare soldi per Greci e Calabresi…

  2. Giancarlo

    Credo che una Europa che non accetti un richiamo alle sue radici cristiane sia da buttare via, e al piu’ presto.
    La stessa cosa per l’euro, che impedisce ai paesi di combattere la poverta’ controllando l’inflazione e favorendo l’occupazione.
    La mia opinione e’: via dall’Europa, il piu’ presto possibile. Poi sara’ possibile ricominciare da zero, non con una moneta unica, ma con accordi tra nazioni, basate sul rispetto della sovranita’. Buttare via la burocrazia europea di adesso e’ un atto di giustizia.
    E’ evidente che se avessero fatto il referendum in Germania avrebbe vinto il si: nessuno vuole disfarsi di un debitore che sta spolpando. Questo articolo di Tempi non mi piace affatto: e’ un articolo di stampo euro-imperialista che non tratta con nessun tatto il significato della risposta democratica (per altro non scontata) data dai greci, anzi, la tratta con supponenza e paternalismo. No, non mi piace per niente. Al contrario di quanto si sostiene in questo articolo, quello della Grecia sarebbe (se ce lo consentissero) un esempio da seguire anche in Italia e in Spagna.

    1. AndreaB

      L’unione fa la forza… Ma… Meglio soli che male accompagnati?
      È forse un po’ questo il senso del suo intervento?

      E’ un bel problema… La Merkel chiede alla Grecia di stare ai patti e restituire i soldi che gli hanno prestato. Sempre la Merkel chiede agli altri paesi Europei, Grecia e Italia in primis, di non spendere più soldi di quelli che hanno…
      Questa richiesta non sembra fuori luogo… Dove si va a finire a forza di spendere i soldi che non si hanno? Da dove arrivano questi soldi e dove vanno a finire?

      Se venissero spesi bene potrebbero davvero costruire valore aggiunto, renderci più autosufficienti… Ma come si fa a fare spendere in modo realmente fruttuoso i soldi ai greci o agli Italiani, in modo che possano poi restituirli con gli interessi, dopo averne avuto un notevole e stabile beneficio?
      Bisognerebbe investire nel Lavoro, nella Scuola, nella Giustizia, nella Sanita’.
      Bisognerebbe costruire più stabilità.
      Ora sembra che in molti casi si stia facendo tutto il contrario.
      Se fossi io a prestare i soldi a qualcuno per aiutarlo, lo farei assicurandomi in qualche modo che quel qualcuno li usasse bene.

      Ora a livello europeo, se non si va d’accordo su quale è il modo giusto di usare i soldi prestati, ma soprattutto su quali sono i valori umani fondamentali da rispettare, l’unione potrebbe essere in serio pericolo.

      1. Fabio

        Caro Andrea B forse tu non sai che grazie a Monti le industrie italiane sono controllate da consulenti tedeschi che ne decidono anche la chiusura o il trasferimento in Germania .
        Cioe’le famiglie dei lavoratori italiani se vogliono conservare il posto devono essere deportat…scusa trasferite in Germania mi confondevo con 70 anni fa…un lapsus…
        E tu vorresti che costoro siano disinteressati nel dirti come spendere i soldi ?
        Scusa non ti offendere ti soprannominero’ Andrea Biancaneve….

        1. AndreaB

          @Fabio
          No, sinceramente questo non lo sapevo. Ti chiedo cortesemente se puoi specificarmi qualche esempio ed in che modo.
          Quello che sapevo è che da circa un annetto la Pirelli è controllata dai Cinesi.
          Comunque il problema è a monte: con la globalizzazione e’ diventato troppo facile trasferire la ricchezza prodotta in un territorio, da tutt’altra parte e… Questo è male, soprattutto per l’italia, quella fatta di chi si crede più furbo degli altri… Poi si deve andare a chiedere i soldi in prestito: quelli che ci hanno portato via, ovvero quelli che qualcuno ha permesso che ci portassero via.
          Ti ringrazio in ultimo per il soprannome che vorresti darmi, ti assicuro però che non mi si addice, soprattutto in questo periodo in cui il Gender ci perseguita.
          Comunque ti ringrazio per le tue buone intenzioni nel pensare che fosse necessario ricordarmi che non bisogna credere alle favole. Per questo e per le tue ottime qualità di determinazione e conoscenza dell’argomento, da oggi ti chiamerò Brontolo Fabio.

          1. Fabio

            Grazie Andrea !
            Penso che abbiamo le stesse esigenze e gli stessi desideri e forse viviamo la stessa esperienza, ma in un blog non si riesce a dire tutto se stessi ed e’difficile conoscersi veramente.
            Comunque mi hai commosso e non ti chiamero’piu’Biancaneve ma Mammolo.
            Se accetti ciao Fabio

          2. Fabio

            Per Andrea B
            che
            Dimenticavo di rispondere alla tua richiesta : non sono un economista e queste cose le ho sapute inizialmente parlando con lavoratori che vivono nell’angoscia di perdere ill posto o essere messi
            in Cassa Intgrrazione per l’intervento dei consulenti tedeschi.
            Un caso famoso e’stato quello della Thyssen Krupp acciaieria tededca con sede a Terni e ovviamente lavoratori italiani rischiano di doversi trasferire in Germania per conservare il posto.
            L’Italia e’piena di agenzie di consulenti tedeschi , la Roland Berger per fare un nome,legate piu’o meno alla Goldman Sachs che decidono ill futuro delle industrie italiane o estere in Italia : il governo Monti ha dato pieni.poteri a queste agenzie. Caso strano subito dopo hanno chiuso l’ILVS di Tatanto.
            Con pretesti ridicoli :etano decenni che si moriva di cancro a Taranto.
            Ma apriamo l’orizzonte per capire perche’l’hanno chiusa solo sotto il governo Monti.
            Tu parli della Cina : negli.ultimi 15 anni le impprtazioni di acciaio dalla Cina sono aumentate nella IR del 70%.
            Chi era il principale produttore europeo di acciaio ?La Germania che fin dall’inizio fel ‘900 ha cercato di bloccare la produzione di acciaio in Italia per favorire la Krupp. La Germania che ha chiesto alla UE un controllo sull’importazione di acciaio cinese : in Cina edistono intere vallate con acciierie contigue.
            Ora ,se la Getmania continua a produrre acciaio poi a chi lo vende se ormai la Cina nel settore la fa da padrona nel mondo ?
            Semplice :all’ Italia per cui l’Italia non deve produrre acciaio per cui chiude l’ILVA , per cui.l’Italia non deve produrre formaggio ne’prodotti agricoli : hanno gia’deciso che hli italiani dovranno smeytere di.lavorare attivamente e produttivamente per diventare i “camerieri” degli altri cioe’Germania e Francia, cioe’ diventare il terziario d’Europa !!!!
            Usciamo prima che sia troppo tardi perche’poi succedera’ che agli italiani verra’anche detto che “non hanno voglia di lavorare” come e’successo ai meridionali che nel dopoguerra si sono visti
            ridurre del 90% agricoltura e allevamento per permettere alla grande industria del Nord (leggi FIAT) di decollare importando prodotti agroalimentari dai paesi a cui vendevano le loro auto.
            Esito : i meridional costretti a emigrare al Nord dove poi si sono sentiti dire che non volevano lavorare pero’senza di loro la FIAT non sarebbe decollata .
            Cari italiani se non usciamo dall’Europa ,meglio poveri ma liberi,tra qualche anno dovremo emigrare e ci diranno che non avevamo voglia di lavorare.
            La FIAT per i suoi interessi dopo aver spolpato l’Italia e lasciato deserto il Sud se ne e’gia’andata senza neanche ringraziare i meridionali emigrati a Torino….tra poco tutti gli italiani faranno la fine dei meridionali….tanto wua arrivano gli immigrati africani che costano meno….e la Germania trionfers’comunque…per colpa della nostra remissivita’e paura di darci una scossa e tornare in noi stessi…

          3. Fabio

            Caro Andrea
            usciamo dall’euro e’ risolto il problema del gender.
            Dipende se siamo disposti tutti difendere i nostri figli a prezzo di un tenore di vita piu’modesto.

          4. Fabio

            Dovevo rispondere ad Andrea .
            Vai su Google e digita : consulenze tedesche Roland Berger e il caso Thyssen Krupp di Terni e troverai molte cose accadute dal governo Monti in poi. Tra cui l’ILVA di Taranto. A me molte cose le hanno raccontate direttamente lavoratori che vivono nell’angoscia del.licenziamento o della Cassa Integrazione per effetto degli interventi dei consulenti tedeschi in Italia a cui Monti ha dato pieno potere di azioneo
            Parlavi di Cina : negli ultimi anni l’importazione in Europa di acciaio cinese e’aumentata del 70%, la Germania non sa piu’a chi vendere l’acciaio : quindi l’Italia deve produrne meno e comprarlo dalla Germania , ecco perche’ ‘ILVA deve chiudere sotto il governo Monti, non per il cancro ,sono decenni
            che a Taranto si muore e nedduno e’mai intervenuto…e se sono intervenuti sotto Monti
            non e’ solo perche’ si sono commossi per gli operai che si ammalavano…

          5. Fabio

            E comunque caro Andrea anche il gender e’ stato introdotto dal governo Monti su richieste giunte d’oltralpe…

          6. AndreaB

            Caro Fabio, su molte cose sono d’accordo con te.
            Il problema è questo: la forte dipendenza di un territorio da un altro territorio, soprattutto quando e’ progettata, rappresenta una nuova forma di colonialismo. Il più forte vince sul più debole e L’ Italia, attualmente non credo sia in buona posizione.
            I camerieri d’Europa?
            Non credo sia sufficiente perché un’economia sopravviva. Con tutta la corruzione che c’ e ‘ in Italia e’ gia’ una fortuna se qualcuno non ha venduto il tuo o il mio comune per dei semplici pezzi di carta stampati in Europa.

            Dove mancano i valori cristiani
            Vige la legge del più forte e noi partiamo svantaggiati.

          7. Fabio

            Esatto .
            E’quel che sto cercando di dimostrare contro falso ecumenismo clericale degli ultimi decenni
            che vorrebbe vedere nei protestanti nordeuropei dei “cristiani ” (eccezioni ce ne sono state : Bonhoffer, vam Broeckoven ,alcuni della Rosa Bianca …ecc…) Casi singoli a parte, come
            mentalita’ il protestantesimo e’anti-Cristianesimo , cone concezione economica quella attuale di Merkel & c. e’ in sostanza protestante e dal punto di vista economico calvinista, ma questo non e’e non e’mai stato Cristianesimo e i disastri che provoca sono sotto i nostri occhi.

          8. Fabio

            Preciso che per rispetto, affetto e profonda ammirazione e condivsione della loro croce non ritengo i fratelli protestanti perseguitati e martiri in Asia e Africa per nulla paragonabili a quelli del Nord Europa dei quali ho analizzato la mentalita’economica.
            I loro “confratelli protestanti”in Asia e Africa hanno ben altro da pensare che all’euro e alla tranquillita’economica e ci danno ben altra testimonianza di fede.

          9. Fabio

            Papa Innocenzo XI da Como condannando la Pace di Westfalia e la logica protestante
            del “cuius regio eius religio” lo aveva previsto il disastro , non tanto quello economico quanto quello spirituale.
            La Merkel & c. usano a UE come fosse un loro regno (regio) a cui applicano la lorp visione della vita (religio) imponendola a tutti gli stati della UE anche al di la’fell’aspetto economico ,cpn la connivrnza dei politici dei vari stati e creando di fatto una dittatura ideologica
            Innocenzo XI aveva visto giusto.

          10. Fabio

            Errata corrige
            Fu papa Innocenzo X ( non XI ) a condannare la “pace” di Wesfalia che obbligava i cittadini a seguire la religione del regnante.

            Il paragone calza nel senso che Merkel & c. oltre che gestire i nostri soldi e concepire tuyta la UE come fosse un loro regno ,ci impongono una loro cultura a colpi di sentenze UE in tutti i campi e senza rispetto per le identita’ neanche per formaggi e zucchine.
            E questa e’un’espressione di una mentalita’che risale al secolo XVII tipicamente protestante e condannata da Innocenzo X.
            Scusate l’imprecisione storica.

    2. Fabio

      L’articolo piu’che di Tempi e’di Mingardi e non piace per niente neanche
      a me.
      Aggiungo anche che dopo essere stata aiutata per i debiti e non solo perche’dovrebbe pagare a tutti gli stati europei i danni del nazismo , come regalo la ex Germania dell’Est dopo la riunificazione ci ha dato la Merkel che usa criteri economici che sono una via di mezzo tra il luteranesimo e l’economia post-sovietica liberale comunque irrispettosi delle dignita’e identita’ degli altri popoli.
      Forse occorre prima di tutto parlare di questo.

  3. Filippo81

    Il problema è l’eurozona di per se,che per me va abolita.Assurdo che le decisioni che contano, nel nostro Continente, le prenda una S.p.a. , cioe la bce,e che la potestà monetaria sia in mano alla bce stessa ,con tutte le conseguenze negative che ciò comporta (80miliardi l’anno di interessi per lo Stato, più il fondo salvastati,più il fiscal compact, più il signoraggio bancario,ecc)Ad ogni modo la teoria che vuole noi Sudeuropei “cicale” e i Nordeuropei “formiche”, non convince più nessuno, è una corbelleria messa in giro da politici ed intellettuali da strapazzo allineati,manca solo che dicano che quelli nati a sud di Monaco di Baviera sono esseri inferiori,mentre quelli a nord invece nascono addirittura senza il Peccato Originale.
    E’ invece evidente che stiamo assistendo ad una forzata redistribuzione del reddito dal Sud al Nord.(basti pensare alla simpatica riunione sul Britannia e le sue tristi conseguenze) Tra l’altro ci si domanda,come mai la Gran Bretagna non abbia aderito all’eurozona (decisione giusta e legittima ), ma la sua Banca Centrale partecipi ai robusti dividendi Bce,avendo più azioni della nostra Italia che invece aderisce all’eurozona ?Misteri bilderberghiani……Comunque rimanendo nell’eurozona, con il dogma dell”austerità ad essa connessa, senza investimenti e senza crescita , il debito pubblico potrà solo crescere,possiamo fare tutti i tagli che vogliamo. La Grecia avrà fatto tanti errori,ma i bilanci per aderire all’euro sono stati manipolati grazie alla “cortese e disinteressata ” consulenza di una “famosa” banca d’affari americana che ha suoi ex consulenti ai vertici della bce stessa, ed in ogni modo i Greci stanno pagando un prezzo che definire esagerato è un’eufemismo per gli errori passati mentre altri ambienti finanziari stanno lucrando alla grande.
    Nessuno vuole criminalizzare la Germania ( il Paese dove sono cresciuto e che ammiro all’infinito) o canonizzare la Grecia, ma non dimentichiamo che grazie al Trattato di Londra nel 1953,numerosi Stati tra i quali anche Italia e Grecia hanno concesso una generosa dilazione del pagamento del debito tedesco,e rinviando il saldo dell’altra metà del debito al momento di una eventuale riunificazione tedesca,che all’epoca sembrava una cosa ormai da fantascienza.Successivamente, al momento della riunificazione nel 1990 la Germania di Kohl si impuntò per non pagare la metà rimanente del proprio debito,quasi tutti gli Stati creditori ,Grecia e Italia in primis, condivisero tale scelta e la Germania ebbe un dono immenso.

    1. Fabio

      E comevregalo la ex Germania dell’Est dopo la riunificazione vi ha dato la Merkel che usa criteri economici che sono una via di mezzo tra il luteranesimo e l’economia pist-sovietica liberale.
      Forse occorre prima di tutto parlare di questo.

  4. Luca P.

    Dott. Mingardi, lei ha ragione.
    Tuttavia sono convinto che se la ridistribuzione delle risorse economiche in Italia fosse avvenuto con uguale rigore a suo tempo … oggi non ci troveremmo nel ns. Paese con certe voragini nei bilanci regionali che nessuno dei governi locali vuole sanare.
    Concordo con la frase “Non più regole: ma regole migliori” … è sacrosanta.
    In Italia invece abbiamo troppe regole su tutto … e nessun controllo. Così il sistema sovraccarica “i giusti” mentre “i furbi” proseguono a fare i loro affari.
    Nel ns. paese una buona soluzione sarebbe quella di una estrema semplificazione ed un maggior controllo su poche e chiare regole. Purtroppo questa è una posizione di forte minoranza in Italia.

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