Grazie al lockdown Amazon dilaga anche sui beni di prima necessità

Di Francesco Megna
16 Giugno 2020
Il numeri del boom dell’e-commerce registrato in Italia con la pandemia: +50 per cento di volumi e clienti più che raddoppiati. La maggiore impennata? Gli alimentari
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Articolo tratto dal numero di giugno 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

In Italia l’e-commerce ha registrato un boom con la pandemia: a fine anno il settore potrebbe incrementare i volumi del 50 per cento circa. Il maggior boom riguarda alimenti e prodotti per animali domestici (+180 per cento), seguono i cibi freschi e confezionati (+150 per cento) e i prodotti per la cura della casa (+120 per cento). I clienti sono più che raddoppiati negli ultimi due mesi e molti di loro si fidelizzeranno, data la permanenza del rischio contagio e la comodità dell’acquisto via web con consegna a casa.

C’è comunque una discreta fascia di persone che all’e-commerce non riesce a ricorrere, pur volendo: sono i residenti dei piccoli paesi, esclusi da una rete tutta concentrata nelle realtà più popolate (e redditizie). Per loro durante la crisi si sono attivati i piccoli commercianti con consegne a domicilio e a volte anche attivando canali di vendita online. 

Non sono mancate gravi criticità: proprio mentre il servizio di digital retail diventava fondamentale, la crescita esponenziale degli ordini ha mandato in crisi il sistema, rendendolo inutile. In questo contesto i giganti dell’e-commerce continuano a rafforzarsi. Per i negozi fisici il confronto è sempre più impossibile e il colpo è duro, visto che il boom dello shoppingo online coinvolge proprio il loro business, quello dei generi di prima necessità.

Di questo trend, insomma, a conti fatti rischiano di beneficiare solo Amazon e pochi altri big già dominatori del mercato: ne è una conferma il fatto che, nonostante l’impennata dell’e-commerce, oltre il 70 per cento dei negozianti ha visto calare l’attività sul proprio sito per la vendita online durante queste settimane di emergenza. 

Quanto ai pagamenti digitali, durante il lockdown hanno registrato un +35 per cento di aderenti. In un anno sono triplicate le transazioni anche fra chi era quasi obbligato a usare il contante (per esempio chi fa consegne a domicilio). In alcuni casi il servizio è stato offerto azzerando canoni e costi per l’intera quarantena. Da questo quadro deve partire la sfida di rendere l’e-commerce sempre più vantaggioso per i negozi di prossimità, non solo per i grandi operatori economici.

Foto Ansa

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