
Grazie ai fondi di compensazione per la Tav, parte la Smart Susa Valley
Da ieri, con la posa dell’infrastruttura, la Val di Susa può a buon titolo essere definita, rispetto alle Tlc, “smart”. La prima vallata montana a poter contare su una connessione totale in fibra, con una larghezza di banda pari a quella installata in un’area metropolitana. Una prima positiva ricaduta della nuova linea ferroviaria Torino-Lione per l’Italia.
Quello di ieri, è il primo passo nella realizzazione del più complesso progetto Smart Susa Valley, la cui stesura è affidata all’Osservatorio presieduto da Mario Virano. Un piano che prenderà progressivamente corpo con i fondi delle compensazioni dell’alta velocità. In tutto, in trance diverse su più anni, si dovrebbero stanziare circa 140 milioni (di cui 10 disponibili a breve termine). Il 5% circa dell’investimento diretto del Governo italiano sul tratto transfrontaliero della linea. “Denari che – sottolinea Mario Virano – saranno in gran parte spesi all’interno di progetti strutturali europei, che ci auguriamo possano innescare investimenti ben più copiosi per la Val di Susa. L’obiettivo di chi da anni lavora per assicurare rimbalzi positivi al territorio attraversato dalla linea ad alta velocità è, infatti, gettare le basi per lo sviluppo del tessuto economico locale”. E la connessione ad internet in fibra ottica è la precondizione. “La Val di Susa – spiega Paolo Foietta, direttore delle aree tecniche della Provincia di Torino – è un canale di collegamento fondamentale fra il Nordovest e l’Europa. Non solo per il traffico su gomma e rotaia, ma anche per quello immateriale, che viaggia attraverso la rete. Il nostro obiettivo è proporre, insieme alla nuova ferrovia, la realizzazione di una grande dorsale alpina per il trasporto di merci e passeggeri, dati ed energia, al pari dei grandi hub presenti nei Paesi del Nord”.
I Comuni già connessi sono cinque: Susa, Venaus, Novalesa, Mattie e Giaglione. A cui si aggiungono Modane e l’Haute Maurienne, che grazie al progetto hanno superato l’annoso problema di digital divide. Già a fine febbraio il numero aumenterà. Per fine aprile tutta la Val di Susa sarà connessa a banda larga. “Un risultato eccezionale – spiega Antonio Saitta, presidente della Provincia – che è frutto, anche, di quel piano strategico condiviso con gli enti locali già dal 2007”.
Partner dell’iniziativa è innanzitutto la Sitaf, concessionaria della Torino-Bardonecchia, che fra le iniziative in programma sta pianificando la realizzazione di un cavedotto, primo esempio di rete per la trasmissione di energia. Al progetto – per cui ad oggi si sono investiti 300mila euro – partecipano anche l’Ativa, il consorzio Topix (infrastruttura telematica), il Csi Piemonte ed il consorzio Acsel (che in Valle si era occupata della rete di connettività locale).
La connessione – gratuita nelle scuole e negli edifici pubblici, oltre che negli hotspot cittadini – verrà proposta con pacchetti a pagamento agevolati ai privati e alle imprese. Per Mario Virano, così “si configura una nuova opportunità, con la possibilità di insediare non più solo attività industriali di tipo tradizionale, ma anche terziario di ultima generazione”.
Lo sviluppo delle tlc è solo uno degli filoni d’intervento di Smart Susa Valley. Le cui azioni s’indirizzano, inoltre, su: assetto idrogeologico, sviluppo delle energie alternative e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente. “Il piano completo delle opere – chiude Virano – sarà presentato dopo le elezioni. Il ministro alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha comunque già trasmesso lo schema di progetto a Bruxelles per l’inserimento fra i progetti pilota sui cui si definiranno gli stanziamenti dal 2014 in avanti. In questo senso, quello della Val di Susa potrebbe essere un caso sperimentale di applicazione di una strategia di sviluppo pensata per aree metropolitane a un territorio a bassa densità”.
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