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«Aborto, Medioevo americano». «Passo indietro di 50 anni». «Democrazia a rischio». Per i giornali italiani è inconcepibile che la Corte suprema degli Stati Uniti – sulla scorta del “caso del secolo” Dobbs v. Jackson – annulli le sentenze Roe v. Wade e Planned Parenthood v. Casey, cancellando la protezione costituzionale di cui l’aborto gode negli Stati Uniti dal 1973. Secondo molti commentatori, la decisione è anche antidemocratica, secondo la distorta concezione per cui la democrazia è rispettata soltanto quando dà corpo alle istanze liberal. Ma la verità è che, contrariamente a quando dichiara la scrittrice americana Erica Jong al Corriere della Sera, negli Usa l’aborto non è un tabù e il dibattito si è evoluto negli anni, senza fermarsi come in Europa.
Sull’aborto l’America è divisa
Lo dicono innanzitutto i dati. Secondo l’annuale sondaggio di Marist Poll, pubblicato in occasione della Marcia per la vita di gennaio, oltre il 60 per cento degli americani vorrebbe che la Corte suprem...
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