Gli istituti hanno più iscritti dei licei. «Risposta alla crisi, ma cambia anche il clima culturale»

Di Leone Grotti
05 Novembre 2012
Nel 2012 un milione e 420 mila studenti, il 53,4% del totale, ha scelto un istituto. Per il sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini «incide il momento di crisi economica ma cambia anche il clima culturale».

In Italia le aziende cercano circa 100 mila tecnici specializzati che non trovano sul mercato. E forse è anche per questo che quest’anno gli istituti tecnici e professionali hanno visto più iscritti dei licei. Nel 2012 un milione e 420 mila studenti, il 53,4% del totale, ha scelto un istituto. Per il sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini a pesare sulla scelta è proprio la crisi: «Di sicuro nell’aumento delle iscrizioni ai tecnici incide il momento di crisi economica. Le famiglie si interrogano su quale scelta possa essere più adatta a trovare un’occupazione. E gli istituti tecnici e professionali possono essere la risposta giusta. Ma sta cambiando anche il clima culturale. Si inizia a dire di nuovo che il lavoro, la capacità di costruire, di fare e di innovare sono il valore che ha fatto grande il nostro Paese e che questo valore non si deve perdere».

ISTITUTI NON SONO DI SERIE B. Nessuna scelta di serie B, dunque. Forse si comincia a superare l’errore di valutazione che a tempi.it il docente di sociologia alla Cattolica Dario Nicoli descriveva così: «Istituti tecnici e professionali hanno visto moltiplicarsi materie culturali a fronte di un ridimensionamento delle materie tecniche e di laboratorio. Questo perché negli anni Ottanta e Novanta è invalsa l’idea che la scuola dovesse formare alla cultura in generale, e che il fare “tecnico” fosse una conseguenza della cultura e non ”cultura in sé”. Qui vi è un errore di valutazione, faccio un esempio. Un operaio che costruisce avvolgimenti elettrici non è solamente un tecnico, perché tali avvolgimenti si basano su un principio di induzione e di elettromagnetismo che apre a tantissimi sviluppi». Come riporta la Stampa, «i nuovi iscritti hanno scelto sopratutto il settore prettamente tecnologico, come Meccanica meccatronica ed energia, Informatica e telecomunicazione, Chimica, materiali e biotecnologie, mentre nell’ambito degli Istituti professionali si registra un notevole aumento degli studenti iscritti specialmente nel settore servizi, e in particolare l’indirizzo alberghiero».

ANCHE MERITO DELLA GELMINI. Il merito del boom degli istituti va all’ex ministro Mariastella Gelmini, che aveva fatto approvare un riordino della scuola secondaria che assegna ai professionali e tecnici un ruolo più rispettoso dei nuovi tempi. Ma anche il governo Monti ha agito in questa direzione: «Dal prossimo anno – scrive ancora la Stampa – saranno pienamente operative le linee guida varate un mese e mezzo fa (…). Si costituiscono sul territorio i Poli tecnico professionali, come reti tra istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale accreditati e imprese, legati attraverso i settori comuni, le filiere produttive delle eccellenze dell’industria italiana». Questa, per il sottosegretario Ugolini, «è l’unica strada per fornire una prospettiva occupazionale agli studenti».

@LeoneGrotti

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