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Quando domenica sera Benjamin Netanyahu, con un tweet improvvido, ha accusato i servizi segreti militari e l'intelligence di non averlo avvertito «del fatto che Hamas volesse la guerra» ha compiuto due grossi errori: non solo ha mostrato al mondo intero, nel bel mezzo di un conflitto complesso e sanguinoso, che i vertici di Israele sono ancora divisi. Ma ha attirato i riflettori sui propri errori politici, compiuti prima del devastante attacco di Hamas del 7 ottobre e che hanno facilitato la vita ai terroristi islamici. Il premier ha poi cancellato il tweet, ma si è guardato bene dal soffermarsi sulle proprie responsabilità. Che sono tante, come spiega a Tempi Anna Maria Bagaini, analista dell'Ispi.
Intelligence ed esercito israeliani hanno commesso degli errori, come denunciato dal premier Netanyahu?
Non c'è dubbio, è evidente a tutti e del resto i vertici degli apparati di sicurezza e intelligence hanno già ammesso le loro responsabilità, non essendo stati in grado di prevedere, con...
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