
Gli editori brasiliani fanno guerra a Google News: «Ci danneggia»
Cosa non si scopre navigando su Google. Per esempio che un gruppo di quotidiani brasiliani piuttosto numeroso, tutti quelli che fanno capo all’Associazione nazionale degli editori, l’Anj (145 testate, pari al 90 per cento del totale), ha deciso di lasciare Google News, un servizio giudicato controproducente. Il potente aggregatore di notizie online infatti non porta un maggiore numero di visitatori sui siti delle testate, come erroneamente si potrebbe pensare, ma agisce al contrario come deterrente allontanando possibili utenti che si accontentano solo di leggere il titolo e l’abstract di una notizia sulla schermata principale di Google news, rinunciando poi ad accedere al testo completo dell’articolo direttamente sul sito di informazione. Il tutto a detrimento del numero di utenti unici e a discapito della raccolta pubblicitaria sul web per la testata in questione. Con vantaggio evidente per il motore di ricerca creato da Larry Page, che finisce per diventare anche un canale di informazione i cui contenuti sono “presi in prestito” da tutto il mondo dei media.
CHI CI INFORMA SU NEYMAR. Se Neymar lascerà il Santos ora non lo apprenderemo da Google News, bisognerà invece salire alla fonte di prima mano. Perlomeno se a comunicare in esclusiva la notizia saranno due delle testate più informate del Brasile, anche per quanto riguarda lo sport: tra chi ha deciso di lasciare Google News infatti ci sono persino potenze mediatiche come O Globo e O Estado de Sao Paulo. Un po’ come se da noi il Corriere della Sera, tanto per fare un esempio, decidesse di lasciare Google News. Le 145 testate in questione che hanno deciso di fare un dispetto a Page, tuttavia, rimarranno indicizzate lo stesso sul motore di ricerca generico di Google. Semplicemente non si avvaleranno più dei servizi del noto aggregatore di notizie online senza essere pagati.
I PRECEDENTI. Non è la prima volta che succede. Già in Germania, a fine agosto, era stato presentato un disegno di legge del Consiglio dei ministri voluto fortemente dai grandi gruppi della stampa tedesca che andava nella medesima direzione. Poi i francesi, con il sindacato della stampa quotidiana nazionale, hanno chiesto a Google il pagamento per i diritti di autore degli articoli reindirizzati sulla piattaforma delle news. Ma Page non si è fatto spaventare e ha minacciato di eliminare i siti francesi di notizie dai propri risultati di ricerca.
ADESSO COSA SUCCEDE. Il contrasto tra il colosso di internet e la stampa brasiliana questa volta è emerso durante i lavori della 68ma Assemblea generale della Società interamericana di stampa tenutasi a San Paolo. «Google News beneficia commercialmente di contenuti di qualità e si oppone a qualsiasi forma di remunerazione» ha detto il presidente dell’Anj, Carlos Fernando Lindenberg Neto. «Rimanere su Google non aumentava la nostra visibilità online ma, al contrario, mostrare le prime righe dei nostri articoli riduceva la probabilità che i lettori andassero a leggere l’articolo completo». Google invece difende la propria decisione di non pagare i giornali sostenendo che la presenza sul motore di ricerca Google News Brasil aumenta la loro diffusione in rete. E i vertici della società azzardano una spiegazione: se gli utenti non entrano sui siti è perché l’informazione non è ritenuta interessante.
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