«Nessuno ascolta più gli allarmi sul clima», dice lo scrittore guru. Il fanatismo green e la necessità di alzare sempre di più il tiro senza alcun senso del ridicolo
L'attivista palestinese Sahar-Shirzad con Greta Thunberg, Amsterdam, 12 novembre (Ansa)
Se anche Frans Timmermans,"l'Attilia al contrario" (dove passa lui cresce solo l'erba), ha dovuto fare i conti con la realtà, forse qualcosa si muove nelle granitiche idee europee sull'apocalisse prossima ventura. Una realtà che, nel caso di "Frans il terribile", ha ben poco a che fare con gli ideali e la poesia e molto con la prosa e la sua poltrona. Resta il fatto che anche il più talebano tra i talebani verdi ha voluto spostare un po' più in là la battaglia per evitare l'armageddon climatico, dato che c'è in ballo la sua campagna elettorale in Olanda.
È sempre così: quando si passa dal piano dei principi a quello della realtà, l'ideologia mostra di avere il fiato corto e i profeti emozionali di sventura passano dalle urla in piazza ai bisbigli in corridoio. Per fortuna non tutti hanno buttato il cervello all'ammasso: settimana scorsa il Parlamento di Bruxelles ha rinviato di due anni l'entrata in vigore del nuovo regolamento per le auto (ma per la vicenda "plastica" sarà una dura ...