
Giovani, islamici, terroristi. La Francia si interroga sul jihadismo domestico
Jérémy Louis-Sidney è stato ucciso con le armi in mano, come Mohamed Merah, il giovane che a marzo ammazzò un uomo e tre bambini in una scuola privata ebraica di Tolosa «per vendicare le morti dei bambini palestinesi». Come Merha, Luis-Sidney, ucciso sabato scorso a Strasburgo dalla polizia durante l’operazione antiterroristica, era un giovane jihadista. Aveva pianificato e attuato un attentato anti-ebraico il 19 settembre a Sercelles, nella periferia di Parigi.
JIHADISTI GIOVANI E FRANCESI. Dopo l’operazione di polizia, in Francia ci si interroga sulla violenza e sul nuovo terrorismo islamico che colpisce il paese. L’editoriale di oggi di Le Monde parla di antisemitismo diffuso e di terrorismo domestico. Non si tratta di organizzazioni armate, anche se come i terroristi di Al Qaeda progettano attentati e lasciano videotestamenti deliranti per i posteri. Tutti gli undici fermati avevano fra i diciannove e i venticinque anni. La loro guida era Luis-Sidney, un trentatreenne di origine antillese, islamico e poligamo, con un passato da spacciatore. Oltre ai testamenti e a letture islamiste radicali, nei covi sono stati trovati elenchi di associazioni ebraiche e armi. È il terrorismo islamico che nasce in casa, nelle banlieue, fra delinquenti che se la prendono con gli ebrei, afferma Le Monde. Una «preoccupante realtà», fatta di terrorismo e di tante piccole violenze che stanno diventando quotidiane con il rischio concreto di culminare in epiloghi come quello di Tolosa.
SOGGETTI INSTABILI, RECLUTATI IN PRIGIONE. A indicare la gravità della situazione, secondo i media francesi, non è soltanto il fatto che questi giovani siano in grado di uccidere innocenti e di morire per questo, ma il fatto che agiscano «per conto proprio». È sempre più difficile capire chi sono, scrive oggi Le Figaro. Spesso sono reclutati in prigione, dove vengono indottrinati. Si tratta di soggetti psicologicamente instabili che vivono nell’ombra delle periferie francesi. Sono giovani che seguono i media arabi, i siti islamisti radicali, che hanno una propria vita e coltivano “autonomamente” progetti terroristici. La pericolosità non è soltanto nella difficoltà della loro individuazione ma anche nell’imprevedibilità delle loro azioni.
1 commento
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!