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Per capire un giovane suicida non lo si può trattare come un topo da laboratorio

Di Giancarlo Cesana
30 Aprile 2023
Un editoriale di “Nature” tratta il tema del malessere giovanile in relazione all’uso dei social network. Azione e reazione, stimolo e risposta sembrano gli unici fatti che si possono considerare
suicidio

Su Domani dell’8 marzo scorso è comparso un articolo di Andrea Casadio che, prendendo spunto dai casi di due giovani universitarie che si sono uccise, apparentemente – così hanno lasciato detto – a causa dei loro insuccessi negli studi presso lo Iulm di Milano e l’Università di Napoli, getta l’allarme sul malessere psicologico e sulla frequenza di suicidi nei giovani. Casadio, oltre che giornalista, è medico, con esperienze di docenza e ricerca in neuroscienze alla Columbia University di New York. Documenta la sua denuncia con dati.
«Ogni giorno in Italia un giovane si toglie la vita. Questo fenomeno è comune a quasi tutti i paesi del mondo», occidentale, presumo io. Secondo i Centers for Disease Control – enti governativi che negli Stati Uniti monitorano la sanità pubblica – «sentimenti di tristezza e disperazione» sono in grande aumento tra i giovani, dal 28 al 42 per cento in 10 anni; il 22 per cento ha pensieri suicidi; crescono gli episodi di autolesionismo; la situazion...

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